Tutti la ricordano per aver vestito i panni della famosissima Pina, la moglie del ragionier Ugo Fantozzi, ma che fine ha fatto l’attrice Liù Bosisio? Classe 1936, dopo aver recitato nei primi due film della serie, «Fantozzi» del 1975 e «Il secondo tragico Fantozzi» del 1976 e nel quinto, «Superfantozzi» del 1986, ha continuato la sua brillante carriera nel mondo del cinema e del teatro, dedicandosi inoltre anche al doppiaggio. Non tutti forse sanno che Liù è la storica voce di Marge Simpson nella serie animata I Simpson (nel doppiaggio dei cartoni animati è anche conosciuta per Charlie Brown, Spank nel cartone “Hello Spank!” e Doraemon).
Nel 2009 ha anche intrapreso la strada della scrittura ed ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Il carbonio dell’anima”, un testo autobiografico che parla della sua vita. La sua ultima fatica letteraria risale al novembre 2018 con l’uscita del suo nuovo libro, “Nina e le sue strade”. In una recente intervista, a proposito del personaggio che l’ha consacrata al successo, ha dichiarato: “Ho ho amato subito la mia Pina, sin dalla prima lettura della sceneggiatura. Quante Pine avevo conosciuto nella mia vita. Donne semplici, lavoratrici umili, che si accontentavano di tutto, senza pretese, con un amore assoluto per il proprio marito, figli, casa. Donne senza spiragli, senza certezze, senza futuro. La loro vita era tutta lì. Non c’era spazio e tempo per il “sé”. Ma erano coscienti: della propria pochezza e della goffaggine del loro uomo, coscienti delle piccole viltà quotidiane che erano costrette ad accettare. E la grande capacità del perdono. Perdonavano sempre e comunque.”
La prima moglie di Fantozzi: l’incomprensione con Villaggio
Liù Bisisio ha raccontato in più di una occasione di non aver mai avuto un rapporto sereno con Paolo Villaggio. I primi screzi sono nati a causa del suo personaggio, Pina. L’attore avrebbe voluto uno stile di recitazione differente. Una visione diversa che li ha portati più volte a scontrarsi anche sul set: “C’era stata dell’incomprensione a proposito del personaggio tra Villaggio e me già dai primi giorni di ciak. Ovvero: sul primo momento, visto il “girato”, venne a congratularsi con me: gli piaceva “questa” Pina… disse che gli faceva tenerezza… Poi, più avanti, diciamo alla seconda settimana di lavorazione, venne da me per dirmi che la mia Pina era troppo “umana” e che lo facevo apparire (apparire Ugo s’intende), uno “stronzo”, disse proprio così, (mi scuso per il termine). Ricordo la mia risposta: “Tu vuoi rappresentare l’italiano medio e io penso che l’italiano medio sia proprio così”.
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