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Detto da loro

Nadia Toffa sapeva che non ce l’avrebbe fatta, le parole del papà de “Le Iene”

Nadia Toffa: il dolore del “papà” de Le Iene

Nadia Toffa: la notizia che non sia riuscita a sconfiggere il male che l’aveva colpita, ha sconvolto davvero tutti. Perdere un volto così importante, per la nostra televisione, è stato un duro colpo. Soprattutto perché lei, con la sua forza e il suo instancabile entusiasmo, non aveva mai perso la voglia di lottare. Un’immagine del suo funerale, ha commosso davvero tutti. Il creatore de Le Iene, Davide Parenti, si è avvicinato alla bara e ha appoggiato sul feretro una cravatta nera. La stessa che Nadia Toffa indossava all’interno del programma, come da tradizione. Le sue parole strazianti, nell’intervista rilasciata a Il Messaggero, hanno chiarito alcuni punti circa la situazione di salute della Toffa.

È stato come perdere un figlio. Se fossimo riusciti a chiudere insieme avremmo forse potuto, in qualche modo, ricominciare con meno difficoltà. Ma così è stata una cosa che ci ha piegato le gambe. È difficile stare vicino a una persona che ha il destino segnato. E Nadia lo sapeva. È andata avanti lo stesso, ha condotto il programma sapendo che sarebbe finita così. Lei diceva che non voleva essere trattata da malata. Chi ha il cancro finisce per essere considerato dagli altri quasi una non persona, e allora meglio considerarsi un guerriero che un malato. Un guerriero è uno che non ha alcuna intenzione di arrendersi. E il fatto che lavorasse l’ha tenuta in vita più di quanto la malattia le potesse permettere. Ovviamente sono stati bravissimi i suoi dottori, capaci di allungarle la vita con le giuste cure. Ma aver continuato a lavorare, avere un appuntamento cui tornare, un impegno con il pubblico, era per lei una delle ragioni per continuare a vivere.

Nadia Toffa sapeva che non ci fossero speranze

Nadia Toffa sapeva che non ce l’avrebbe fatta e lo sapevano anche le persone che le erano accanto. Ma non voleva mollare, perché sarebbe significato dire “non ce la faccio”. Lei, che di mesi ne avrebbe dovuti vivere la metà, è sopravvissuta ad un male incurabile per quasi due anni, lottando con le unghie e con i denti per la vita. Nadia ha fatto del suo lavoro uno scudo, forte di ciò che il suo messaggio di speranza sarebbe significato per chi, come lei, stava lottando. Davide Parenti ha aggiunto

Quando ti dicono che hai quella cosa, in quel posto, e di quel tipo, basta che guardi su internet per leggere che hai al massimo dieci mesi. Lei ne ha fatti venti.

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