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Detto da loroPrimo Piano

Naomi Campbell vittima di razzismo, è stata cacciata. Ecco cos’è successo

Respinta da un hotel per via del colore della propria pelle: no, non è l’apartheid sudafricana degli anni Cinquanta, ma un episodio di razzismo realmente accaduto a Naomi Campbell. È stata la modella stessa, quarantanove anni da poco compiuti, a raccontare la triste vicenda in un’intervista al settimanale Paris Match. Un episodio che ha dello sconvolgente, se si prende anche in considerazione – senza però considerarla conditio sine qua non di un trattamento egualitario – la notorietà della donna.

Naomi Campbell e la continua battaglia al razzismo

49 anni, richiestissima in ogni passerella, inserita di diritto tra le 50 donne più belle del mondo dalla rivista People. La “Venere Nera” – questo il suo soprannome nel mondo della moda – è sempre stata molto attiva nella lotta alla discriminazione e al razzismo. Il suo desiderio? Un mondo della moda nel quale le donne avessero pari opportunità e diritti, a prescindere dal colore della pelle. «La parola diversità, oggi, è ovunque», ha raccontato Naomi Campbell ai microfoni della rivista. «Ma all’inizio della mia carriera non era così. Ho sempre desiderato che le persone fossero tutte trattate in maniera egualitaria. Ma non crediate che sia una cosa automatica, che va da sé. È una sfida continua».

NEW YORK, NY – MAY 04: (EDITORS NOTE: Image has been digitally altered.) Naomi Campbell attends the “China: Through The Looking Glass” Costume Institute Benefit Gala at the Metropolitan Museum of Art on May 4, 2015 in New York City. (Photo by Dimitrios Kambouris/Getty Images)

Il racconto della vicenda

Poi il racconto del triste episodio, a dimostrazione di quanto certe dinamiche siano ancora ben presenti. «Di recente sono stata invitata in una cittadina nel Sud della Francia, durante il festival di Cannes, a un evento in un hotel di cui tacerò il nome», ha raccontato Naomi Campbell. «Non hanno fatto entrare né me né la mia amica, per il colore della mia pelle: il tipo all’entrata diceva che era pieno, ma lasciava passare altra gente. È per questo genere di momenti rivoltanti che continuerò a farmi sentire». Non si sa quando, non si sa dove, i contorni della vicenda sono sfumati. Eppure si tratta comunque un episodio che fa rabbrividire e che dovrebbe farci riflettere. Tutti.

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