
Un’intervista al Giornale è costata cara in termini di pubblicità, al povero Jerry Calà. Il noto attore e comico, a suo modo mito della stagione cabarettistica e cinematografica degli anni ’80, si è trovato infatti a commentare il proprio status lavorativo presso il quotidiano di centrodestra. Riferendosi alla sua sparizione dagli schermi che contano, l’attore ha parlato di una “compagnia di giro che a Roma sceglie tutti i ruoli“. In particolare, il suo problema sarebbe il fatto di “non odorare di sinistra“, e pertanto non invogliare i registi. Una constatazione non nuova al mondo cinematografico, dove Jerry Calà è solo l’ultimo ad attribuire le proprie sfortune ad antipatie politiche. Stavolta le dichiarazioni non sono passate però inosservate, e l’attore è finito nel mirino di un contraltare a dir poco agguerrito.
“Non mi vogliono perché non odoro di sinistra”: e dopo l’intervista polemica, la politica insorge contro l’attore
A prendere di mira Jerry Calà è stata la dirigente e addetta alla comunicazione PD Anna Rita Leonardi. La donna, molto attiva sui social media e spesso vittima a sua volta di attacchi mirati da parte degli organi di comunicazione avversari, si è infatti scatenata contro l’attore. In un tweet al veleno, la Leonardi ha infatti detto la sua sugli effettivi motivi dell’addio di Jerry Calà al cinema. “Quella sottospecie di comico fallito dice che il cinema non lo vuole perché di destra“, la risposta brutale della dirigente PD. “Tranquillizzatelo. La verità è che nessuno lo vuole semplicemente perché è un cretino senza talento“. Parole decisamente poco diplomatiche, che probabilmente istigheranno una risposta da parte dell’attore. Che potrebbe aver trovato quel rilancio che cercava.
Jerry Calà racconta l’addio al cinema
Dura critica quella di Jerry Calà, attore, regista e cantante, divenuto una star nel corso degli anni ’80. L’attore di “Sapore di mare“, si è raccontato ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma radiofonico “I Lunatici”. Per l’occasione, Calà ha raccontato la sua versione dei fatti su un racconto di Mara Venier la quale aveva dichiarato che nel giorno del loro matrimonio lo beccò in bagno intento ad amoreggiare con un’altra donna: “Non è vera quella storia. Mara è una burlona. Era una festa che avevamo fatto con gli amici, mi ha beccato che ha parlato con una fitto fitto in bagno. Non che ci facevo cose. Invoco la Var, la moviola in campo. Sai quando hai un po’ bevuto, ti avvicini e ti metti a parlare con una. Lei mi ha beccato, ha frainteso e mi ha riempito di botte. Cosa che tra le altre cose non dice mai”.
E sul cinema Jerry Calà ha spiegato: “Mi piacerebbe fare più cinema, fortunatamente so fare un mestiere che ho imparato da piccolo. So ballare, cantare, recitare e quindi mi salvo sempre. Però dire che non mi piacerebbe fare ancora cinema mi renderebbe ipocrita. Viviamo in un’Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciali. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto. Per fortuna la gente mi ama, c’è discrasia tra quello che pensano i funzionari e i produttori e quello che pensa la gente. Se la gente non mi volesse bene non farei 120 spettacoli l’anno. In Italia manca il coraggio. L’unico che ce l’ha è Zalone, e infatti fa incassi pazzeschi. Lui è l’unico che ha il coraggio di essere politicamente scorretto, tutti gli altri si atteggiano, fanno i radical chic, però non fanno più ridere. Noi negli anni 80 ce ne fregavamo di tutto. Per questo certi film tra quelli che ho fatto io un sacco di gente li conosce a memoria”.
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