
E’ morto Luciano De Crescenzo, si è spento all’età di 90 anni. Il grande scrittore napoletano avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 18 agosto. Artista poliedrico, ha arricchito il patrimonio culturale italiano grazie ai suoi scritti. Come tutti i grandi, ha vissuto molte vite in una sola: nella prima, è stato un ingegnere informatico; poi, nell’età matura si è dedicato anima e corpo alla scrittura, lasciando il suo precedente lavoro alla metà degli anni ’70.
“Sono stato fortunato”, ha detto De Crescenzo. Una frase che dice molto di lui, della sua vita, del suo lavoro. Queste le parole scelte anche per la sua autobiografia, regalo per il pubblico arrivato per i suoi novant’anni.
L’esordio con “Così parlò Bellavista” e il successo letterario
Il primo libro, “Così parlò Bellavista”, è del 1977. Un romanzo che diventerà best seller e di cui verrà poi girato un film, diretto da lui. Ingegnere, scrittore, regista. Ma anche attore e conduttore televisivo. Oltre al successo nella scrittura arriva quello nella saggistica. I suoi volumi de “La storia della filosofia greca” arrivano al grande pubblico, grazie a un linguaggio universalmente apprezzato, che lo rende celebre in Italia e nel mondo.
In totale ha scritto circa 40 opere. E’ stato tradotto in 21 lingue e i suoi libri hanno venduto oltre 14 milioni di copie. L’ultimo successo planetario è “Stammi felice” del 2015. Con l’ultimo lavoro, Napolitudine (2019) firmato a quattro mani con Alessandro Siani, De Crescenzo parla ai più giovani e racconta il suo profondo rapporto con Napoli, città amatissima. De Crescenzo viveva a Roma da tempo, ma amava ancora lasciarsi attraversare da quell’eterna nostalgia per la sua città natale: “A me Napoli manca sempre, persino quando sono lì”.