Guillermo Mariotto rivela: ho attraversato l’inferno da piccolo
Guillermo Mariotto è stato il primo ospite della terza puntata di “Non disturbare”. Durante la consona scena in cui Paola Perego percorre il corridoio dell’albergo di turno, ha annunciato così: «il personaggio che sto per incontrare ha vestito le donne più famose e più belle del mondo, ma le ha anche giudicate le donne, senza pietà. Noi cercheremo di mettere insieme queste due anime, sempre che sia possibile». A conti fatti, post visione, possiamo affermare di sì.
In primis la domanda è sull’albergo e sulle richieste particolari che lo stilista fa: «la vista se devo rimanere a lungo e poi sono indispensabili i cuscini. Ne ho bisogno almeno di cinque. È un rituale d’amore verso me stesso».
Racconta: «Le assillanti sono le clienti, non tanto perché chiamano spesso, ma a qualsiasi ora. Divento per loro come un confessore e più parlo con loro, più ho modo di controllare alla perfezione il lavoro» e così inizia ad averne per tutti – come aveva preannunciato la padrona di casa.
Guillermo Mariotto: «io mi chiamo Jesus Guillermo»
«Io mi chiamo Jesus Guillermo Mariotto Ortis. È un nome che non ho scelto io ovviamente, ma ha condizionato in qualche modo psicologicamente ed emotivamente la mia vita», rivela.
«Ero un ragazzo gay e pensavo di avere una malattia che conoscevo solo io. Ho attraversato l’inferno da piccolo» ha detto con emozione. Alla domanda: quale fosse la cosa che gli facesse più paura, ha risposto: «una volta ho visto lapidare un ragazzo. In piazza con tanta gente. Lui aveva gli occhi truccati, correva con una scarpa a spillo e gli arrivavano delle sassate addosso. Ero in macchina con mio padre, lui era maschilista, era quasi d’accordo con quella scelta. Ho detto quel giorno a me stesso: tocca fuggire (da Caracas, dove era nato, nda). Mio papà era il promotore delle cose più maschiliste al mondo. Lui portò un settimanale con in cover due uomini che si baciavano. Avevo quindici anni».
«Ho quindi deciso di andare a vivere dove potevo essere libero…. dove potevo essere me»
«In meno di quattro mesi ero sull’aereo per San Francisco ed era il mio primo viaggio intercontinentale. Quella città era la nascita della libertà per tutti».
Durante la trasmissione interviene anche la mamma dello stilista, la quale dice: «Guillermo da piccolo era bello, ma era un terremoto!».
Guillermo Mariotto svela ancora a Paola Perego: «Sono nato con un problema di salute. Alla nascita avevo la milza più grande del normale, i dottori avevano detto che sarebbe potuta andare in leucemia, ma lo si sarebbe saputo solo con l’età dello sviluppo. Mia nonna, che era credente, mi ha quindi raccomandato a San Paolo… facevo ogni anno cinque ore di processione e per me era un tormento, anche perché si faceva scalzi e cadeva la cera. L’unico che mi guardava era il Nazareno dalla croce piegata».
A conclusione dell’intervista non è mancato un momento di forte commozione: mentre ripercorrendo ancora il suo passato, tra gioie e dolori, Guillermo si è molto emozionato e la Perego di riflesso.