Enrico Lucherini è il protagonista della puntata di oggi di “Io e te“, il programma di Rai Uno condotto da Pierluigi Diaco. Si tratta di colui che ha letteralmente inventato e in qualche modo istituzionalizzato la professione di press agent. Fu Sophia Loren a consigliargli di lasciar perdere la recitazione e lui creò dal nulla un mestiere. «Enrico è il più contemporaneo dei comunicatori che conosco: è proiettato nel futuro», sono le parole di elogio del giornalista e Lucherini rilancia con altrettanta stima: «io riesco a vivere e ad amare molto delle persone. Tu sei lì lì per arrivare al massimo», dice rivolgendosi a Diaco.
Il lavoro del press agent
«Leggo 6-7 quotidiani al giorno, tutti i settimanali, tranne quelli che escono solo in provincia. Scoprire il talento quando è ancora acerbo, magari con una bella ragazza ma giovane, mi piace più di lavorare con una che è già grande. Un po’ come mi è successo con Sandra Milo da ragazza».
Ricordi d’infanzia
Classe 1932, ha vissuto anche la II Guerra Mondiale e a tal proposito dice: «ricordo il bombardamento di Frascati: mio padre volle far vedere a noi fratelli cos’era successo. La guerra l’ho vista così. La fuga dei tedeschi che entrarono nella nostra casa per rubarci la macchina e scappare è il ricordo che ho io… Una volta vidi una bomba cascare vicino a noi. Senza dimenticare la fame. I miei genitori? Mio padre voleva che facessi il medico, ma io ho inventato un lavoro che prima non c’era. Da lui che scriveva e lavorava tutto il giorno ho appreso il metodo. Con mia madre avevo invece un rapporto più calmo».
Maurizio Costanzo: Lucherini è il più bravo come press agent e come inventore di eventi
Vengono trasmessi degli estratti di Enrico Lucherini a “Bontà loro” e questo dà il là per l’intervento in diretta di Maurizio Costanzo: «Sono stato il primo a portarlo in tv. È il caso di dire: Lucherini è il più bravo come press agent e come inventore di eventi. Mi dispiace per i più giovani ma si attaccano. Un augurio per lui? Continuare a campare per altri 80 anni così, continuare ad esserci lui e le sue ‘lucherinate’».
Enrico Lucherini ricorda Enrico Vanzina
«Sono commosso. Io ho fatto l’80 per cento dei film di Enrico e Carlo Vanzina. Quindi non me l’aspettavo. Critica severa verso quei film? Un po’ come con Totò. Quando recitava nei film 2 o 4 righe: quando è morto è diventato il più grande del cinema. Succede non per invidia dei giornalisti ma per incompetenza. Parecchi guardano 10 minuti il film e fanno la critica. Io ho superato tutto questo perché ho talmente entusiasmo e spirito…», incredibile ascoltare queste sue parole così lucide e acute.
Enrico Lucherini e Carlo Verdone
Ecco quanto e cosa gli riconosce l’attore e regista romano: «mi ha introdotto nel cinema, mi ha detto come comportarmi, come rispondere alle domande. Mi ha insegnato molto. È un uomo molto generoso, è l’unico penso che è rimasto a fare delle cene col cinema italiano, per quello che ne è rimasto, così per chiacchierare, per divertirsi. È un uomo molto simpatico e generoso».
Il saluto di Cristiana Capotondi
«Io ti voglio ringraziare, per me sei stato un esempio. Se nella vita si tenta qualcosa, si può anche provare un’altra strada, ma quella strada che c’aveva appassionato non si perde e tu lo hai dimostrato inventandoti un lavoro. Tu per me sei un artista».
Enrico Lucherini ricorda Valentina Cortese
«Stamattina sui giornali c’è un grande errore a mio avviso. Si parla di lei come la diva di Fellini, ma io non ricordo film con lui, forse mi sbaglio io. Chi è stata Valentina Cortese? Lei è stata l’ultima diva del Ventennio fascista».