Elisabetta Canalis è stata testimonial in varie circostanze, complice anche il fisico scultoreo che possiede. Nel caso specifico ci stiamo riferendo a una campagna pubblicitaria diffusa nel 2013. Per questa commissione, la modella era stata pagata circa 110mila euro per posare in intimo.
Innegabilmente le star sono soggette a varie implicazioni e spesso possono incorrere in scorrettezze.
Vi raccontiamo cosa le è accaduto.
L’azione da parte dell’azienda di intimo
Immaginate di essere ingaggiati per le vostre qualità fisiche o mentali per un progetto professionale e che queste vengano manomesse da chi c’è dall’altra parte. L’azienda in questione, infatti, aveva deciso di sfruttare la sua immagine anche dopo la scadenza del contratto (non curante anche che erano scaduti i diritti d’immagine) – il che è impensabile idealmente, ma lo dovrebbe essere ancor più sul piano della correttezza professionale.
Per attuare quest’idea si è optato per un escamotage (secondo loro) perfetto: poiché il fisico di Elisabetta Canalis è abbastanza riconoscibile, si è scelto di intervenire pesantemente con delle modifiche in modo tale da renderlo “come tutti gli altri” quasi fosse un manichino. È stato così ordinato ai grafici di tagliare la testa (taglio netto dalla bocca in su), ma anche un altro dall’ombelico in giù, mettendo in bella vista solo il resto del corpo. Inoltre, grazie a photoshop, erano stati rimossi tutti i tatuaggi che caratterizzano il corpo dell’ex velina di Striscia la notizia.
Elisabetta Canalis fa causa all’azienda di intimo
Nonostante gli interventi invadenti tesi a rendere anonimo quel corpo, la donna non avrebbe potuto non riconoscere ciò che le appartiene e così aveva deciso di fare causa all’azienda.
La decisione del tribunale
Da Il Giorno si apprende: «per il collegio giudicante – presidente Claudio Marangoni, a latere Alessandra Dal Moro – non solo “non è credibile che la scelta del nome Eli (per la linea di intimo pubblicizzata dal “manichino”, ndr.) sia stata del tutto ‘casuale’ e dettata dalla difficoltà di reperire altri nomi femminili da associare”».
«È stata trattata alla stregua di un manichino» hanno affermato durante la sentenza. Questo implica che l’azienda che era stata messa sotto accusa dovrà risarcire Elisabetta Canalis, pagando ben 130mila euro come danno patrimoniale per l’indebito sfruttamento delle foto e 30mila euro per manipolazione abusiva della sua immagine.
Elisabetta Canalis non ha ancora commentato la sentenza. Come sappiamo vive ormai a Los Angeles. Potrebbe però accadere che spesso faccia una trasferta nella sua terra, la Sardegna, tenendo anche conto del post di poche ore fa in cui sottolineava la nostalgia e l’amore verso le proprie radici.
Elisabetta Canalis e l’imprevisto pre-partenza
Prima di partire in vacanza con il suo nucleo familiare, Elisabetta Canalis è stata protagonista di un piccolo tamponamento nel parcheggio di un supermarket americano. La Canalis scendendo dall’auto cerca di constatare il danno subìto dalla sua auto contro quella di un altro automobilista, anche lui sceso dal mezzo per fare altrettanto. Poi i due molto probabilmente si danno da fare per reperire i dati che servono per quello che da noi viene chiamato CID, una constatazione amichevole insomma. Un piccolo incidente di percorso per la bella Elisabetta, facilmente superato grazie alle vacanze estive trascorse alle Bahamas con il marito Brian Perri e la figlia Skyler Eva.
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