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Cose da VipPrimo Piano

Scandalo Prati: parla l’Avvocato Irene Della Rocca

Dopo le dichiarazioni di Pamela Prati, secondo cui il suo ex avvocato avrebbe contribuito a rovinarle l’immagine, parla Irene Della Rocca, quarantacinquenne legale titolare del suo studio. La professionista non è per niente turbata dalle parole della showgirl, visto che tutto ciò che ha fatto per lei nel periodo che è stata sua rappresentante legale è documentato, controfirmato dalla sua ex cliente e producibile in tribunale. Resta da capire cosa farà Pamela Prati nell’ultima puntata di “Live – Non è la D’Urso” del prossimo 19 giugno, ora che a rappresentarla ci sarà solo l’avvocato Lina Caputo. Pamela ha posto una sola condizione per l’ospitata: che accanto a lei, nel divano con Barbara D’Urso, ci sia proprio la Caputo. Cosa che sul web è stata già criticata: non è che l’ultima arrivata Caputo è alla ricerca di un posto al sole davanti alle telecamere? Dalle foto postate sul suo profilo Facebook, nessuna in veste d’avvocato, potrebbe sembrare di sì. Ma si sa, il gossip è solo gossip.

Parliamoci chiaro: l’affaire Prati, con marito inesistente, matrimoni annullati, figli minori a noleggio e agenti che i social hanno definito “il gatto e la volpe”, ha fatto guadagnare tutti. L’ultima puntata di “Live – non è la D’Urso” ha avuto picchi di share di oltre il 31% e ben 4 milioni di telespettatori, numeri impensabili per un programma del mercoledì sera su rete commerciale con la programmazione estiva già avviata.

E se tutti quelli che ruotano intorno alla vicenda fanno finta di essere “schifati” dalla piega che ha preso la storia, in realtà alimentano il fuoco con dichiarazioni, comparsate, pubbliche scuse, spiegazioni al limite del reale, tanto che lo show rispetto alla data prevista potrebbe essere ulteriormente prorogato.

L’unica a essersi defilata in maniera elegante da tutto questo bailamme mediatico, che ancora avvolge Pamela Prati e le sue due ex agenti Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, è l’ormai ex avvocato della showgirl, Irene della Rocca, a cui sarebbe stato revocato il mandato dalla mancata consorte di Marc Caltagirone dopo l’altrettanto mancata partecipazione al serale della D’Urso.

Di più: Pamela Prati ha dichiarato di averla dirittura denunciata all’Ordine degli Avvocati perché, con le sue azioni, avrebbe ulteriormente danneggiato l’immagine della showgirl nel momento in cui cercava di riabilitarsi agli occhi dell’Italia. La bella ed elegante esperta di “difesa del patrimonio” e dei “diritti delle donne”, nonostante il clamore suscitato dalla notizia, è di una tranquillità disarmante. Le parole di Pamela Prati, non l’hanno toccata né turbata lontanamente. Non ha remore nel raccontare la sua verità, che potrebbe raccontare a cuor leggero in qualsiasi tribunale, infastidita solo dal fatto che in tutta questa vicenda nulla è mai come viene raccontato.

“Visto che sono un avvocato”, spiega con autorevolezza, “quando parlo dico solo cose che in un futuro possono essere sostenute anche davanti a un giudice con le prove necessarie. Per questo ci tengo a dire, e ripeto di poterlo provare, che sono stata io, la sera precedente alla trasmissione “Live – Non è la D’Urso” del 12 giugno scorso, ad aver comunicato alla signora Prati che, a malincuore, non ero più nelle condizioni di averla come mia cliente. Lei, che è una persona gentile e affettuosa, ha cercato di farmi cambiare idea rinnovandomi tutta la sua stima ma purtroppo la prosecuzione del rapporto professionale era diventato impossibile”.

Ce lo racconta?

“Sono stata l’avvocato di Pamela Prati dal 4 aprile al 12 giugno. Purtroppo il necessario rapporto di fiducia tra legale e cliente è venuto meno e quindi ho rimesso il mandato”. Irene Della Rocca è titolare del proprio studio, ha quarantacinque anni, è madre di due figli adolescenti e moglie di Luciano Tavassi, padre dell’ex gieffina Guendalina Tavassi. Già la sera prima della mancata partecipazione della sua assistita alla puntata del 12 giugno di “Live – Non è la D’Urso”, ha comunicato a Pamela Prati che il loro rapporto professionale doveva considerarsi concluso. La soubrette invece, il giorno dopo, ha diffuso la notizia di essere stata lei ad averle revocato il mandato. Irene Della Rocca oggi tiene a far sapere come siano andate realmente le cose per amore della verità e onestà intellettuale.

“Ho conosciuto la signora Prati perché me l’ha presentata Pamela Perricciolo e da quel momento ho vissuto accanto a lei le fasi più ingarbugliate dell’affare Caltagirone. Sono arrivata quando ormai il matrimonio era palesemente sfumato. Ho cercato di sistemare la situazione patrimoniale della Signora Prati, recuperare i suoi crediti, saldare le pendenze, definire i rapporti con la Aicos, proteggendola allo stesso tempo dagli attacchi provenienti da ogni parte e dalle violazioni della sua privacy”

Un personaggio pubblico ha privacy?

“Certo che ce l’ha, ridotta ma ce l’ha. Il suo ex fidanzato Luigi Oliva, diffondendo alla stampa notizie parzialmente false sulla condizione economica della signora Prati, e su alcuni aspetti intimi del loro rapporto, ha violato la sua privacy. Ovviamente ho messo in essere tutto il necessario per farlo smettere e per ottenere un risarcimento, attaccando e diffidando le testate che avevano riportato le sue dichiarazioni senza fare le opportune verifiche. Dall’inizio ho cercato di assistere la signora Prati nei limiti delle mie capacità, cercando di fare le azioni più corrette a tutela della sua persona. Ma alla fine, mio malgrado, ho dovuto deporre le armi”.

Com’è andata?

“Mi sono subito accorta, come donna più che come avvocato, che la mia ex assistita aveva una grande necessità, oltre che di un legale, di essere confortata emotivamente. Perché la sua reale problematica, a mio giudizio, è una grande fragilità emotiva che la porta ad affidarsi a chi al momento le sta più vicino, senza però fare valutazioni approfondite. Questo la porta a difficoltà personali come prendere decisioni o non mantenere una linea di comportamento univoca. Penso sia una donna molto sola, ascolta chiunque le mostri un po’ di affetto, vero o presunto. Quindi, nel programmare la difesa della sua immagine e le sue apparizioni televisive, ho tenuto conto anche di questo”.

Perché?

“Perché una persona fragile come lei non può sopportare tempi sotto i riflettori troppo lunghi, oppure dirette che ne possano mettere in luce le debolezze. Necessita anche di avere un rapporto empatico con il conduttore perché una donna che è vittima di un raggiro così grave come lei, e che ha subito una gogna mediatica così violenta, deve sentire di avere il padrone di casa dalla sua parte. Qui sono sorti i primi disaccordi con l’altro avvocato assunto dalla signora Prati, Lina Caputo”.

Per l’avvocato Caputo la signora Prati poteva andare tranquillamente in video?

“Si. A mio giudizio lei non ha correttamente valutato il fatto che la signora Prati ha tuttora una reale difficoltà a parlare di quello che le è successo e, a maggior ragione, a farlo nella tana del lupo, ovvero il programma “Live – Non è la D’Urso”, un luogo dove è stata tartassata per settimane ed è stata additata come il male d’Italia. Dove è stata ripresa nel backstage fuori di sé e quelle immagini sono andate in onda senza che ci fosse stata la necessaria liberatoria su quel segmento. Infatti i nodi sono venuti a pettine il giorno prima e il giorno stesso della eventuale, e ripeto eventuale perché non c’era nulla di certo, partecipazione al Live di mercoledì 12 giugno”.

Poi cosa è successo?

“Che io non ero d’accordo a farla partecipare a un programma in diretta. Ritenevo necessario un chiarimento della signora Prati con la Signora D’Urso sotto il profilo personale perché è sempre doveroso spiegare cosa è successo a chi ci ha dedicato degli spazi. Ritenevo anche necessario che la signora Prati si chiarisse con il suo pubblico, parlasse a cuore aperto di cosa le era accaduto con serenità e senza vergogna, perché essere ingannati è capitato a tanti. Però non reputavo che il modo giusto fosse quello di andare in diretta per 50 minuti faccia a faccia con la conduttrice. Figuriamoci. Considero un’azione a rischio per la sua emotività persino una sua partecipazione di un quarto d’ora in un programma registrato”.

E allora?

“Visto che la signora Prati mi aveva firmato un incarico specifico per dialogare con la produzione di “Live – Non è la D’Urso” del 12 giugno per una sua eventuale partecipazione alla puntata, ho iniziato a fare il mio lavoro insieme all’avvocato Caputo, la quale, però, dopo aver chiesto di partecipare lei con la cliente, oppure solo lei alla trasmissione, per esercitare il diritto di replica, ovviamente a titolo gratuito, si è dovuta allontanare per impegni pregressi. Ho specificato ai produttori, e ho tutti i materiali probatori per sostenere le mie tesi anche in tribunale, che forse non era il caso, ho suggerito che la conduttrice avrebbe dovuto dimostrare comprensione per la mia assistita, una donna raggirata così come altri personaggi dello spettacolo che lo hanno rivelato di loro iniziativa come Signorini, Milena Miconi, Emanuela Arcuri. Non ho chiesto cachet, solo il risarcimento danni dovuto a precedenti diffide, fatte sia da me che dalla Collega Caputo. Infine ho suggerito che forse, visto che quella del 12 giugno era la penultima puntata, per averla in studio si poteva aspettare l’ultima del 19 giugno, come in effetti richiesto dalla Collega Caputo

A questo punto sono nate le divergenze con l’avvocato Caputo?

“Si. La richiesta di andare in video è partita dalla collega Lina Caputo che la signora Prati ha contattato per assisterla in questa vicenda. Le ho fatto le mie rimostranze, siamo andate a Milano per parlare con la produzione e cercare una soluzione. Il fatidico 12 giugno l’avvocato Caputo è venuto via di Milano la mattina per impegni professionali, io nel primo pomeriggio perché dovevo essere necessariamente a Roma alle 17”.

Ed è successo il patatrack

“La signora Prati è voluta andare via. Io ero dell’idea che non saremmo dovute proprio andare a Milano, se non per un chiarimento con la signora D’Urso, ero dispiaciuta per avere lasciato soli i miei figli anche se solo per una notte. Le ho scritto che, a malincuore, non ero nelle condizioni di averla più come cliente e per me la cosa era finita lì”.

La trasmissione è andata in onda senza Pamela Prati.

“Si, e in diretta la signora D’Urso, pubblicamente ma in maniera non corretta, ha detto che Pamela Prati era stata portata via dai suoi avvocati che, tra virgolette, avevano ricattato la produzione con la richiesta di 60.000 euro di cachet in cambio della sua partecipazione. Sono un avvocato da tanti anni, ho iniziato prestissimo: sarebbe folle dichiarare cose che un giorno non potrei sostenere in tribunale. Ora ribadisco che non c’era nessun cachet ma solo un risarcimento danni, che, al contrario di quanto dice qualcuno, di solito si chiede stragiudizialmente e, nella maggior parte dei casi sempre stragiudizialmente si ottiene, senza necessità di atti di citazione (anche se a volte sono necessari), che la partecipazione della signora Prati era solo eventuale e non certa, che l’empatia era stata chiesta alla D’Urso solo in considerazione dello stato emotivo della signora Prati, e che la produzione era al corrente di tutto quanto visto che ci sono molteplici email scambiate tra noi avvocati e loro. E a chi dice che certe cose non si scambiano per email, dico che i mezzi di comunicazione tra avvocato, cliente e controparte oggi si sono molto aggiornati, inutile scandalizzarsi”.

Il giorno dopo la signora Prati ha dichiarato di averle rimesso il mandato.

“Sinceramente io credevo che già dalla sera prima il rapporto professionale fosse interrotto visto che lo avevo interrotto io. Poi ho scoperto che la signora Prati ha detto che lo ha voluto lei. Io sono tranquilla: probabilmente, su suggerimento di alcuni, la Signora Prati ha ritenuto di dover svincolare la sua posizione dalla mia, che ha visto come lesiva dei suoi interessi sotto il profilo dell’immagine. Io, al posto suo, avrei preferito far emergere la verità piuttosto che puntare il dito contro l’avvocato e dire “E’ stata lei, non ho fatto niente, non sapevo niente”. Poiché la verità è un’altra, sarebbe stato anche più utile, per quanto riguarda la sua persona, far emergere quali siano stati i reali rapporti tra la produzione e noi avvocati. Se poi non sapeva che avevo chiesto un risarcimento danni, perché è venuta via e non ha partecipato al programma? E’ lei che è venuta via: Perché? Perché non si è presentata in studio? Lei aveva firmato un documento con cui mi autorizzava espressamente a dialogare con la produzione per la eventuale partecipazione, seduta accanto a me. Evidentemente era ben distratta!”.

Non sarà a un certo punto la Prati si è sentita in difficoltà nei confronti di Barbara D’Urso, nell’averla come legale, perché lei è la moglie e l’avvocato che ha fatto assolvere l’uomo che era stato querelato dalla D’Urso per averla presuntivamente offesa?

“Non posso escluderlo, non sono nella testa della signora D’Urso. Di certo non le avrà fatto piacere, dopo aver querelato mio marito con un’accusa di cui non c’era nessuna prova, vederlo assolto per non aver commesso il fatto. Peraltro, invece di apprezzare il savoir faire di non aver fatto alcun comunicato quando è stata emessa la sentenza di primo grado, ha pensato bene di ingolfare ulteriormente la giustizia penale con un appello inutile, dato che non sono state svolte indagini di alcun genere. La Prati potrebbe avere deciso di non voler fare un torto alla D’Urso. Potrebbe averlo pensato o qualcuno potrebbe averglielo suggerito. Non possiamo saperlo”.

Ora cosa succede?

“Che tutto quello che per lei ho ben cominciato, passa nelle mani dell’avvocato Caputo. Mi auguro solo che la collega eviti di andare in trasmissioni come “Live – Non è la D’Urso” perché non è un parterre adatto a professionisti. Se la signora Prati vuole andare a difendersi davanti ai telespettatori, deve trovare la forza di farlo lei personalmente, non il suo avvocato. Ai legali compete assisterla nella parte tecnica, a sostegno delle sue posizioni in tribunale. Ma le partecipazioni a trasmissioni televisive, a meno che non siano trasmissioni di cronaca e non di gossip, suggerisco alla collega, le lasci alla signora Prati. In fondo è lei la donna di spettacolo. L’avvocato Caputo è donna di legge e quindi può ben assistere la Signora in Tribunale e nelle opportune sedi televisive, che siano consone ad un professionista. Ma questa è solo una opinione”.

Photo Credits: Facebook

Avvocato Lina Caputo
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