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“Realiti” a rischio: ecco perché il programma potrebbe chiudere

Falcone e Borselino coperti di ingiurie: subbuglio interno alla Rai per i mancati controlli

«Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita, le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l’amaro». Queste sono le parole indegne su Falcone e Borsellino, pronunciate da Leonardo Zappalà, cantante neomelodico catanese, e non in luogo qualunque ma in un programma di Rai2. Seduto su un grande trono rosso, ospite in studio della prima puntata di “Realiti”, Zappalà parla così dei due giudici che sono morti per difendere anche la sua libertà. La Rai non deve permettere a nessuno di veicolare frasi così irrispettose e oltraggiose, specie quando si parla di vittime di mafia. La rete ha annunciato di avere aperto un’inchiesta interna ma il danno è già fatto, questi episodi andrebbero evitati e bloccati prima ancora di nascere». 

E’ questa l’opinione di Pino Maniaci, giornalista impegnato nella lotta alla mafia. La dichiarazione appare su Instagram, su un immagine di questo Zappalà, ospite di Enrico Lucci a Realiti. La gravità della frase del cantante catanese ha suscitato una dura critica nei confronti della redazione della Rai: il programma subirà delle modifiche. Viale Mazzini annuncia, infatti, l’apertura di un’istruttoria. Intanto il programma sarà spostato in seconda serata, non più in diretta e notevolmente ridotto. La famiglia Borsellino si è limitata a sottolineare la «vergogna, [di] questo paese [che] è alla deriva, ma a tutto c’è un limite». Anche la Fondazione Falcone si è espressa con indignazione, ma ha apprezzato la presa di posizione della Rai. 

Carlo Freccero si scusa pubblicamente per l’accaduto 

«Mi scuso pubblicamente […] Io mi sono accorto della gravità subito, non dopo cinque giorni. E ho immediatamente provveduto con veemenza a porre il problema. Durante la pubblicità ho fatto presente la questione». Queste le parole del direttore di Rai2. Perché purtroppo, dice che «sono cose che accadono in diretta […] più di così non si poteva fare». Ma Enrico Lucci è intervenuto prontamente per sottolineare che «l’ignoranza è una malattia gravissima e che invece di emulare Al Pacino il ragazzo avrebbe dovuto studiare la storia».

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