Imane Fadil coinvolta nel caso Berlusconi: rivelazioni shock della sorella
“Qualcuno la ha minacciata, questo sì. E poi le continuavano ad offrirle dei soldi per non parlare più, sono successe tantissime cose. Aveva le sue ragioni per aver paura, ha cambiato avvocati non so quante volte. Anche con gli avvocati non si trovava bene: lei cercava la verità ma qualcuno le diceva prendi ‘sti soldi e lascia stare. Non è giusto, non è giusto, la gente deve sapere la verità, mi diceva lei.”
Le dichiarazioni strazianti della sorella di Imane Fadil, ospite a Non è L’Arena, lasciano pochi dubbi sulla vicenda. Al vaglio degli inquirenti ci sono i risultati dell’autopsia che al momento non sarebbero completi. Secondo gli esami effettuati dai medici, sarebbero stati ritrovati metalli pesanti nel sangue.
“Io ti ringrazio tanto. Sei l’unico veramente che ha a cuore questa storia, non capisco. È una storia triste, ha sofferto tantissimo mia sorella“. Così la sorella di Imane Fadil a Massimo Giletti
Imane Fadil, che cos’era il Bunga Bunga di Silvio Berlusconi
La notizia della morte di Imane Fadil continua ad invadere le prime pagine delle testate; la ragazza morta per sospetto avvelenamento lo scorso 1 marzo avrebbe partecipato a otto serate ad Arcore, invitata da Lele Mora ed Emilio Fede, e per questo fu motivo è stata chiamata a testimoniare al processo Ruby ter come testimone chiave contro l’ex Premier Silvio Berlusconi.
Fu proprio la giovane a ribaltare la versione ufficiale di serate scandite con “cene eleganti”, parlando invece di “palpeggiamenti, spogliarelli e travestimenti bizzarri“: le notti del Bunga Bunga a casa Berlusconi era decisamente diverse dalle cene tranquille di cui inizialmente si parlava.
Imane Fadil, il legale di Berlusconi: “La morte della ragazza ci danneggia nel processo”
“Dal punto di vista tecnico-processuale la morte” di Imane Fadil” nuoce alla difesa di Berlusconi perché le sue dichiarazioni entrano nel processo direttamente e così noi non possiamo procedere con il contro-esame“. Lo ha detto il legale di Berlusconi, Federico Cecconi, al termine dell’udienza di un filone del caso Ruby ter. “Quando muore una persona, la massima forma di dolore non è un’espressione retorica. Sulla misteriosa morte “non voglio esprimere opinioni”, ha concluso l’avvocato. La notizia è stata riportata da varie testate, tra cui l’agenzia di stampa, Ansa.
Imane Fadil chi è era la ragazza di Berlusconi e perchè è stata avvelenata?
“Mi hanno avvelenata” avrebbe detto parlando al telefono sia col fratello sia accavallato durante il lungo ricovero. Imane Fadil è morta il 1 marzo scorso, dopo un mese di agonia all’ospedale Humanitas di Milano. Aveva 34 anni, era una modella ed era un testimone chiave nei processi Ruby che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi.
La giovane è morta per un “mix di sostanze radioattive”, secondo quanto emerge dagli esiti degli esami tossicologici disposti dopo il decesso. Sulla vicenda indaga per omicidio la procura di Milano che ha saputo della morte di Imane “solo la scorsa settimana” quando il difensore della modella si è rivolto alla magistratura che indaga per omicidio volontario.
Secondo il procuratore capo di Milano Francesco Greco nella cartella clinica della ragazza ci sono “più anomalie”. La 34enne aveva riferito di gonfiori e dolori al ventre. “Dalla cartella clinica non emerge nessuna malattia specifica”, ha poi aggiunto il procuratore capo spiegando che la modella aveva “telefonato ad alcune persone, il fratello e l’avvocato, sostenendo di essere stata avvelenata. Stiamo sentendo i testimoni, verranno sentiti anche i medici dell’Humanitas, e abbiamo disposto l’acquisizione dei suoi oggetti personali”.
Sono state trovate tracce significative di radioattività sul corpo di Imane Fadil tali da far avanzare l’ipotesi di avvelenamento. La modella di origini marocchine, teste al processo Ruby Ter contro Berlusconi, è morta per cause misteriose dopo un mese di agonia, ricoverata in ospedale a Milano. Oggi 18 marzo gli inquirenti della procura, che indagano per omicidio volontario hanno ascoltato i vertici dell’ospedale Humanitas di Rozzano.