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Spettacolo

Giacomo Oldrati, l’uomo che torturava le sue ex

Sono sotto choc le vittime di Giacomo Oldrati del 2012, che hanno da poco appreso la notizia di un ulteriore violenza compiuta ai danni di una nuova ragazza. “Questa storia mi ha rovinato gli ultimi sette anni di vita. Il giudice non ci ha ascoltate e ora questo è il risultato” racconta una di loro. 

Le dichiarazioni da brividi delle vittime di Oldrati

Subito dopo la sentenza che lo assolse perché incapace di intendere e di volere, la ragazza che per due anni fu la fidanzata di Oldrati prima che desse segni di instabilità dichiarò: “Ora ho paura. Ma più che per me, ho paura per la prossima ragazza che finirà sulla sua strada, perché Giacomo Oldrati è un seriale e non si fermerà. Lui è una persona bipolare con deliri di onnipotenza e la violenza è una sua scelta. Una scelta consapevole”.

La giovane donna all’epoca del processo era difesa dall’avvocato Pier Francesco Uselli. “Lei non è spaventata, né arrabbiata: si aspettava che qui, al tribunale di Bologna, le cose andassero diversamente e che Oldrati venisse condannato. Mi ha chiesto perché la sentenza non è stata diversa, ho cercato di spiegarle che l’incapacità non c’entra nulla con la responsabilità di una persona, ma è difficile fare accettare una cosa simile a chi ha subìto così tanto. Ora, aspettiamo di vedere cosa ne sarà di questo caso a Milano“, questo quanto dichiarato dall’avvocato riguardo il processo avvenuto a Bologna. 

L’altra giovane costituita parte civile era assistita dall’avvocato Maria Virgilio, che afferma riguardo la ragazza: “È comprensibilmente sotto choc, non vorrebbe mai essere costretta a ricordare quei momenti“. Infatti, nel processo Virgilio sostenne:”Secondo i nostri consulenti, Oldrati non era totalmente incapace di intendere e volere. Quindi avevamo chiesto un verdetto diverso. Per noi doveva rispondere dei suoi atti, visto che si tratta di un manipolatore”. In ogni caso, la sua assistita si vide riconosciute tutte le violenze subìte per mano di Oldrati, e in aula la tossicologa confermò l’utilizzo della sostanza ricavata dal corallo come stupefacente.

La condanna di Giacomo Oldrati

Durante il processo dei fatti del 2012, la procura chiese per Oldrati sì l’assoluzione, ma che fosse messo in una Rems, cioè le strutture che hanno sostituito quello che era l’ospedale psichiatrico giudiziario. Al contrario, i giudici disposero per lui un anno di libertà vigilata con l’obbligo di seguire il percorso terapeutico già intrapreso durante il processo e lui si ricostruì una vita, andando a vivere a casa dei genitori, a Milano, e trovando peraltro un lavoro come cuoco.

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