Lamar Odom: Dennis Hof del Love Ranch ha tentato di uccidermi
L’ex marito di Khloe Kardashian Lamar Odom ha appena raccontato durante un programma televisivo americano, The View, di essere stato vittima di un tentativo di omicidio. Dennis Hof, proprietario del bordello “The Love Ranch” dove è stato trovato in coma nel 2015, gli avrebbe somministrato droga a sua insaputa per farlo fuori.
Da aggiungere alla categoria “a mia insaputa”: Lamar Odom, ex marito di Khloe Kardashian, che lei ha lasciato nel 2015 dopo che lui era finito in coma per aver passato tre giorni tra donne e droga in un bordello del Nevada, ha dichiarato che in quell’occasione il proprietario di questa famosa casa d’appuntamenti, Dennis Hof, recentemente scomparso, avrebbe tentato di ucciderlo facendogli assumere degli stupefacenti senza accorgersene.
Dennis Hof era un uomo molto famoso negli Stati Uniti perché i suoi bordelli del Nevada, tra cui “The Bunny Ranch”, dove la prostituzione è legale, sono finiti anche in tv, protagonisti di reality show come “Cathouse” per la bellezza delle ragazze che ci lavoravano. Molti personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica amavano andare in questi luoghi, aperti 24 ore su 24, dove ci si può intrattenere con la ragazza, o le ragazze, prescelte scegliendo le pratiche sessuali su un menù come al ristorante.
A detta di Lamar, che ci ha lasciato un bel po’ di denaro, i suoi avvocati possono dimostrare quanto lui afferma: Hof avrebbe cerato di ucciderlo perché aveva qualcosa contro di lui. Non fa nulla che Dennis sia morto a ottobre del 2018 e che non possa dire la sua sull’argomento: l’x campione di basket non vuole passare per drogato e, piuttosto che ammettere di aver fatto largo uso di cocaina per anni, scarica il barile addosso al re delle case chiuse.
“Non ho assunto intenzionalmente quegli stupefacenti”, ha ripetuto a The View, celebre programma della rete Abc, “ma Hof o qualcuno che lavorava per lui me l’ha somministrata a mia insaputa e io sono andato in overdose. Mi hanno avvelenato! Perchè sono sicurissimo che quella notte non ho fatto uso di droghe. E’ stato Dennis Hof a invitarmi al The Love Ranch. Era un mio grande fan, mi ha detto che mi avrebbe regalato un trattamento Vip che difficilmente avrei dimenticato”.
In effetti, visto che ci stava per lasciare le penne, non se lo dimenticherà mai più. La polizia del Nevada nel 2015 aprì un’inchiesta dopo il fattaccio e interrogò varie “ragazze” che lavoravano nel bordello: molte hanno riferito di aver visto Lamar che sniffava prima di cadere esanime e che il giocatore di basket era sicuramente consapevole di quello che stava facendo. Analisi successive sul suo sangue hanno mostrato livelli di stupefacente talmente alti da rendere poco credibile l’assunzione involontaria di cocaina.
Perché dopo quattro anni Lamar Odom avrebbe raccontato una scusa tanto “loffia”? I motivi sono vari, a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si “azzecca”. Eccoli: come prima cosa sta per uscire il suo libro, “Darkness to Light”, e visto che ora gioca a basket in una squadretta dagli ingaggi non certo milionari, spera di venderne quante più copie possibili per guadagnare di più. Quindi per fargli pubblicità direbbe qualsiasi cosa.
Poi ha dichiarato che la sua storia di vita “selvaggia” sarebbe perfetta per trarci un film: nel caso una produzione cinematografica ne acquistasse i diritti, sarebbero altri dollaroni sonanti. Last, but not least, la sua ex moglie si è appena mollata con il padre di sua figlia True, Tristan Thompson. Lamar ricorda bene com’era la vita quando faceva parte del clan Kardashian, servito e riverito, con intorno una schiera di camerieri, di stylist, tutte le sere feste, party, decine di vacanze e bagni di folla. Probabilmente vuole riconquistare Khloe, e quel tenore di vita, con la scusa “non ero drogato, mi hanno drogato a mia insaputa e ho fatto tutte quelle cose con le signorine del bordello perché ero fuori di me”.
Funzionerà? Khloe Kardashian ci cascherà? Ma soprattutto: mamma Kris, lo permetterà?
Photo credits: TMZ, MIRROR, NEW YORK POST, RADARONLINE, The View, Facebook,