Omicidio Luca Varani, Manuel Foffo ricorre in appello: “Incapace di intendere”
I legali di Manuel Foffo provano a giocarsi l’ultima carta disponibile, quella dell’incapacità di intendere, per scagionare il loro assistito. Il ricorso sarà presentato in Cassazione poiché in precedenza, la Corte d’Assise d’appello non si era lasciata convincere dagli argomenti dell’avvocato Fabio Menichetti, difensore di Foffo. Il complice di Foffo, Marco Prato, si era suicidato nel carcere di Viterbo nel giugno del 2017. Per il suicidio di Prato, la Procura ha chiesto l’archiviazione del caso.
Giovanardi accosta i gay agli assassini di Luca Varani: scoppia la polemica [VIDEO]
Omicidio Varani, Marco Prato: “Sul mio telefonino ci sono le foto di De Sica nudo e di altri vip”
Gli investigatori sono alla ricerca di video e foto con droga e violenze che coinvolgerebbero personaggi dello spettacolo molto conosciuti, anche politici.
La trama s’infittisce: il mistero che gravita intorno all’omicidio Varani diventa sempre più complessa e potrebbe coinvolgere anche numerosi vip nostrani. Tutto sarebbe legato ai cellulari e al computer di Marco Prato, il pr di serate vip, finito in carcere con Manuel Foffo, per aver straziato e ucciso “l’amico”. Il pubblico ministero Francesco Scavo ha dato incarico ai suoi consulenti di analizzare tutto il materiale informatico, perché sembrerebbero esserci prove che coinvolgerebbero terzi, molto conosciuti…
Sembrerebbe che Marco Prato, intercettato in carcere, avrebbe dichiarato, parlando con il padre: “Sul mio telefonino – rivela al padre – si sono foto di persone nude, anche importanti, come l’attore De Sica. Una volta che queste foto usciranno saranno una bomba: queste persone tenteranno di fare muro insieme con me perché altrimenti andranno giù anche loro”. Fotografie che Prato aveva più volte promesso ad alcuni amici, in cambio di sesso. Poi questi le avrebbero dovute usare per ricattare l’attore. “Marco ci diceva che ce le avrebbe date – ha confessato uno degli amici di Luca, Giuseppe Lanza – e noi avremmo potuto ricattare Christian De Sica”. L’attore, che interrogato dai carabinieri ha ammesso di conoscere Prato, sostiene di averci avuto a che fare per qualche tempo, tuttavia non avrebbe ma ricevuto ricatti per alcun tipo di scatto.
Tra le intercettazioni in carcere – e pubblicate in esclusiva dal settimanale Giallo – anche le parole incredibili registrate nel corso dell’incontro tra Manuel, anch’egli in carcere, e suo fratello Roberto. “A quel ragazzo ci penso tutti i giorni – afferma – era meglio se gli sparavo, era già finito tutto. Ho fatto una cosa peggio dell’Isis…. Quel ragazzo ha sofferto, avrei preferito ammazzarlo con un colpo di pistola piuttosto che con una coltellata. Questo mi addolora veramente tanto”.