Era il primo settembre del 2004 e Denise Pipitone stava giocando davanti casa della nonna materna insieme a un cuginetto, tra via Castagnola e via La Bruna, a Mazara del Vallo. Ad un certo punto, intorno a mezzogiorno, è sparita nel nulla. Presumibilmente la piccola è stata rapita, ma da chi? Di lei si sono perse le tracce. Ancora oggi la mamma Piera Maggio non si da pace e spera di poterla ritrovare un giorno. Imperterrita continua la lotta legale, nonostante il processo contro Jessica Pulizzi, indagata per il rapimento della bambina, si è concluso con l’assoluzione definitiva della sorellastra di Denise Pipitone.
La Maggio non si è mai sottratta alla verità, ha subito indicato agli inquirenti una possibile pista da seguire all’interno degli intrecci familiari tra lei, l’attuale ex moglie del Pulizzi, cioè la signora Anna Corona, e le due figlie, Jessica e Alice. Vero è che i misteri sulla scomparsa di Denise sono diversi. A cominciare dal sopralluogo dei carabinieri nell’abitazione di Anna Corona all’indomani della scomparsa della piccola.
Un dettaglio potrebbe accendere la speranza di ritrovare Denise Pipitone. Un indizio che parte da un ritrovamento di nuove impronte digitali. Attraverso il Dna, infatti, sarebbe possibile capire gli ultimi spostamenti della bimba. La svolta arriva durante una puntata di Pomeriggio 5 in cui l’inviata ha raccontato: “Le indagini dei Ris di Messina si starebbero concentrando sulle impronte digitali prelevati nei luoghi che frequentava Denise e da alcune minuscole impronte di polpastrelli. Grazie alle tecnologie attuali sarà possibile risalire ed estrarre il Dna”.
I dubbi della mamma, Piera Maggio
La madre di Denise Pipitone, nonostante la sentenza definitiva, non si è mai arresa. Piera Maggio, ascoltata la decisione dei giudici, si è messa alla ricerca di indizi e prove che le consentano di aprire una nuova battaglia legale. La donna non si da pace e, dal giorno della scomparsa della sua piccola, cerca la verità su quanto accaduto ed è determinata ad ottenerla. La mamma di Denise sta continuando ad indagare alla ricerca di qualche elemento in più sul destino della figlia, senza tralasciare ciò che è emerso dalle indagini degli inquirenti: verificando anche se c’è stato un qualche sbaglio nel corso di questi 14 anni.
Piera Maggio in questi mesi è convinta di essere arrivata ad una pista concreta che gli inquirenti, in passato, hanno tralasciato, esattamente quella dell’impronta. “Nel 2004 era stata rintracciata un’impronta digitale di una manina in un determinato luogo, che ancora non possiamo svelare, ma non doveva essere lì. Non sappiamo se appartiene a Denise o a qualcun altro, ma potremmo scoprirlo se fosse ancora possibile confrontarla con una impronta di Denise.
Oppure si potrebbe estrapolare il Dna e compararlo con quello di Denise”. Inoltre, secondo la mamma della piccola, un altro aspetto ad essere trascurato sarebbe lo strano comportamento della vicina di casa di Anna Corona, mamma di Jessica Pulizzi. La donna all’arrivo delle forze dell’ordine si nascose in casa della vicina. Perché la Corona ha agito in questo modo? Perché si è nascosta? Domande alle quali, per il momento, non si ha risposta.
Il giallo delle intercettazioni
Una collega di Anna Corona dichiarò che nel momento in cui Denise Pipitone scomparve, la donna si trovava con lei a lavoro. Questo forniva, all’allora moglie del Pulizzi, un perfetto alibi. Tuttavia, la dichiarazione non era priva di contraddizioni. A cominciare dall’ora in cui la Corona si sarebbe allontanata dal posto di lavoro. Più volte poi la stampa è tornata ad argomentare la famosa fase pronunciata da Jessica Pulizzi e registrata da una intercettazione. “Io a casa c’à purgai” (Io a casa gliela portai).
Stando alla ricostruzione dell’accusa, nel pronunciare queste parole Jessica parlava di Denise e del fatto che l’aveva presa e portata a casa del padre, probabilmente stava cercando conferma della paternità della bimba, ovvero era alla ricerca di una sua verità dopo aver assistito alla o sgretolamento della sua vita familiare. Non trovando il Pulizzi, però, avrebbe consegnato la bambina a qualcun altro, e quel qualcun altro che potrebbe rappresentare la chiave di volta del caso Pipitone.
Altrettanto dibattuta, una seconda intercettazione molto misteriosa: “Quannu eramu ‘n casa, a mamma ha ucciso Denise“, in questo caso a parlare è la sorella di Jessica, Alice Pulizzi. La difesa di Anna Corona e di Jessica Pulizzi ha fatto invalidare la suddetta intercettazione sulla base della qualità audio, la conversazione era disturbata e in ragione di ciò era stata mal interpretata. C’è poi un’ultima intercettazione. Qui a parlare sono tre uomini, intercettati pochi giorni dopo la scomparsa, vicino ad un motorino su cui era stata piazzata una cimice. “Vai a prendere Denise, ma dove la devi portare? Peppe cosa ti ha detto?“. Nessuno, però, sa chi siano questi tre uomini e malgrado facciano riferimento esplicito a Denise non si è mai appurata alloro identità e il loro ruolo nella vicenda.