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Emanuela Orlandi, parla il fratello: “Finchè non vedo il corpo di mia sorella, sento il dovere di cercarla viva”

Per Pietro Orlandi la speranza di poter riabbracciare la sorella non si arresta. Senza un corpo davanti, lui continua a sperare. A distanza di qualche giorno dalla decisione del Vaticano di aprire un’inchiesta interna sulla scomparsa di Emanuela, il fratello Pietro torna a parlare della vicenda: “Forse in Vaticano si sono resi conto che è inutile continuare a negare, a non collaborare, anche se il comportamento che hanno avuto in passato non potrò mai cancellarlo” le parole sono state rilasciate a Radio Cusano Campus.

Io finché non vedo il corpo di mia sorella, sento il dovere di cercarla viva, però come sensazione mia, da fratello, sento che c’è qualcosa in più questa volta in merito a quella tomba nel cimitero teutonico vaticano rispetto alle segnalazioni del passato. Ripeto, perché le segnalazioni che abbiamo ricevuto nell’ultimo anno e mezzo, sono tutte interne alla Santa Sede; e non possono non essere arrivate anche ai vertici del Vaticano”.

Emanuela Orlandi, il Vaticano apre la tomba ma resta l’irritazione del clero: “Il caso ha troppa copertura mediatica”

A poche ore dalla notizia della decisione del Vaticano di avviare indagini interne sulla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, arriva anche il gelo della Curia che esprime tutta l’irritazione sulla vicenda. Un alto prelato della Curia Romana non nasconde il suo scetticismo: “E’ facile populismo. Io so che non abbiamo niente.” Fino ad oggi, per 36 lunghi anni, il Vaticano aveva sempre respinto la richiesta del fratello di Emanuela di riaprire il dossier sulla giovane scomparsa. 

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, un anziano curiale avrebbe commentato così la vicenda: “Bisogna onestamente ammettere che di fatti come questo ne avvengono a centinaia e che il caso Orlandi ha ancora oggi, a distanza di 30 anni, troppa copertura mediatica. Il dolore fa credere a tutto e fa chiedere cose estreme“.

Emanuela Orlandi, ad un passo dalla verità? Il Vaticano apre un’inchiesta interna

Pietro Orlandi non riesce a contenere tutto il suo entusiasmo. Forse la verità sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, sparita nel nulla nel 1983 a soli 15 anni, potrebbe presto essere svelata: “Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela”. 

Il Vaticano avrebbe quindo aperto a “nuove indagini interne“. Sarebbe stata la Segreteria di Stato ad avviare la procedura. Lo conferma l’avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò, che dice: “Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle Autorità vaticane auspicando in una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostra attività di indagini difensive”.

Emanuela Orlandi, giallo sulle ossa. I familiari: “Emanuela potrebbe essere…”

Sono passati quasi 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, nel corso di questi anni, gli inquirenti hanno battuto diverse piste e hanno cercato i poveri resti della giovane, scomparsa nel 1983, nei posti più disparati. Adesso i familiari della giovane, tra cui il fratello Pietro che non si è mai arreso nella ricerca della verità chiedono a gran voce che si cerchi da un’altra parte. La famiglia ha, infatti, chiesto che sia aperta una tomba che si trova nel Cimitero Teutonico all’interno delle Mura Vaticane. 

Emanuela Orlandi scomparsa la misteriosa telefonata a Chi l’ha Visto?

E’ di Emanuela Orlandi la voce in questa registrazione arrivata 25 giorni dopo la scomparsa? Di chi erano quelle cancellate? Dov’è la cassetta originale non manipolata?”. Sono le domande che la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ si pone sulla propria pagina Facebook dopo il ritrovamento di una registrazione audio che documenterebbe le sevizie ai danni di una ragazza. Nell’audio non sono udibili 3 voci maschili. Le frasi pronunciate dagli uomini, però, compaiono nel verbale della trascrizione.

La sparizione di Emanuela Orlandi è uno dei più complessi casi di scomparsa rimasto irrisolto che, nonostante il passare degli anni, continua a far discutere e a mantenere alta l’attenzione; anche se, come è evidente, l’omertà dei coinvolti cela ancora oggi i responsabili e la verità sulla 15enne cittadina del Vaticano. Qualcosa però sembra essersi sbloccato, tanto da spingere un nuovo testimone a rivelare ciò che sa sulla scomparsa.

Era il 22 giugno del 1983 quando Emanuela Orlandi, la 15enne figlia di un dipendete del Vaticano, scomparve nel nulla a Roma. Nonostante siano passati 35 anni dalla sparizione il caso non è mai stato risolto, rimanendo di fatto, insieme alla scomparsa di Mirella Gregori (15enne romana svanita misteriosamente a Roma il 7 maggio del 1983), uno dei più grandi misteri del nostro Paese. Nessuno sa che fine abbiano fatto le due giovani, ma un responsabile dietro a tutti ciò c’è e ci deve essere. Il giornalista Fabrizio Peronaci da sempre porta avanti la sua inchiesta per scoprire la verità. Proprio nel suo gruppo Facebook Giornalismo Investigativo, il giornalista del Corriere della Sera ha raccolto una nuova testimonianza.

Dopo le rivelazioni sconvolgenti di un prelato, che ha svelato le sorti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, un altro testimone si è rivolto a Fabrizio Peronaci, dando la sua disponibilità a presentarsi in Procura quando sarà il momento. Le sue conoscenze sulla scomparsa della 15enne del Vaticano coincidono, come riporta il giornalista del Corriere della Sera, con quanto raccontato dall’alto prelato.

I monaci benedettini di Sant’Anselmo mi confermarono un breve soggiorno di Emanuela nel loro convento“, ha rivelato il nuovo testimone aggiungendo: “Basta andare nella chiesa di Sant’Anselmo, all’Aventino, e chiedere ai religiosi in servizio: le reazioni saranno eloquenti. Ma anche tanti residenti della zona sono a conoscenza del fatto“. Il nuovo testimone ha preferito non aggiungere altro rivelando però di non escludere di presentarsi in Procura qualora le indagini venissero riaperte, proprio come il  monsignore novantenne.

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