Anna Maria Franzoni è ormai una donna libera, ha scontato la sua pena e adesso cerca , il più possibile, di ritornare alla normalità. La Franzoni, fotografata da Diva e Donna mentre fa la spesa ha diviso le opinioni degli italiani, portandoli a pensare che forse fosse colpevole o forse innocente.
Potrebbe essere stato ucciso nel peggiore dei modi, il piccolo Samuele, figlio di Anna Maria Franzoni. “Colpito alla testa da un blocco di ghiaccio“: l’indiscrezione inquietante è arrivata ieri sera nello studio di Pomeriggio 5 e ad ipotizzarlo sarebbe stato il giornalista investigativo del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci.
Peronaci, ospite in puntata, avrebbe rivelato l’ipotetico modus operandi parlando di una “fonte autorevole” che avrebbe rilasciato questa informazione. Insomma, un ipotesi molto probabile, considerando anche che l’arma del delitto non è mai stata ritrovata ed un blocco di ghiaccio si scioglie in poche ore scomparendo nel nulla. Un delitto quasi perfetto.
Anna Maria Franzoni adesso è una donna libera, accusata de brutale omicidio del figlio, avrebbe scontato la sua pena eppure restano molte ombre nella vicenda. Intanto Peronaci ci tiene a precisare che “questa rivelazione non incide comunque sul fatto che la donna sia libera e abbia scontato la sua pena“.
La notizia della scarcerazione di Anna Maria Franzoni ha scosso l’opinione pubblica. La donna era stata condannata per l’uccisione di suo figlio Samuele, tre anni. L’omicidio avvenne a Cogne il 30 gennaio 2002. Ma quali furono le motivazioni che hanno spinto la Suprema Corte di Cassazione a condannare la Franzoni a quei 16 anni di carcere, di cui 3 scontati grazie all’indulto?
La donna, si evince dal testo emanato dai giudici, ha ucciso il piccolo Samuele con razionale lucidità “in preda a uno stato passionale momentaneo” perché il bambino faceva i capricci. Ha poi occultato l’arma del delitto e organizzato per sé una difesa sommaria, tutto con estrema razionalità.
Tutti gli indizi portavano ad Annamaria. Increduli per un gesto tanto assurdo si era poi pensato che la donna avesse agito in uno stato di “crepuscolare coscienza”. Una specie di alterazione psichica che non permette di intendere e di volere. Una tesi che in Appello era stata subito respinta.
Il movente del delitto di Cogne rimane ancora oggi avvolto nel mistero e non completamento svelato nonostante il riconoscimento di colpevolezza. “La Franzoni nutriva preoccupazioni circa la normalità fisio-psichica di Samuele, con particolare riguardo alla conformazione del capo, ritenuto troppo grande ed “emanante calore”, tanto da definire il bimbo “un nanetto” e da dichiarare dopo il fatto, “di aver avuto il presentimento che il figlio sarebbe comunque morto”.
La Suprema Corte di Cassazione aveva dichiarato che: “I giudici hanno maturato il convincimento della piena imputabilità ascrivendole il compimento di atti preordinati alla propria difesa. Primo dei quali l’eliminazione o la ripulitura dell’arma del delitto e la distorta rappresentazione dello stato del bimbo fatta al 118 […] “
Anna Maria Franzoni torna ad assaporare la libertà. La mamma del piccolo Samuele, tre anni, ucciso in una villetta di Cogne il 30 gennaio 2002, è tornata a vivere una villetta circondata dal giardino nel piccolo borgo di San Rocco, a Monteacuto Vallese, un gruppo sparuto di case tra tornanti e aziende agricole a pochi chilometri da Ripoli Santa Cristina, dove ha sempre vissuto.
“Sono felice, finalmente posso vivere la mia vita” ha confidato Anna Maria Franzoni ad una parente. La donna, al momento, se ne sta chiusa dentro casa, barricata nel suo “fortino”, non vuole vedere nessuno ma sono principalmente i cronisti che evita. E sebbene la gente si divida tra innocenti e colpevolisti, la maggior parte di loro sono pronti a giurare ancora sulla sua innocenza. “Vuole solo essere dimenticata, vuole essere lasciata in pace. Siete brutta gente“, dicono in coro i pochi disposti a parlare con i cronisti. Il nuovo vicino di casa della Franzoni afferma: “Fa una vita tranquilla, tempo fa ho festeggiato le mie nozze d’argento all’agriturismo dei Franzoni e Anna Maria ci ha fatto la torta. Ora è una persona serena”.
L’aria che si respira a Cogne, però, è completamente diversa. Lì dove tutto è purtroppo iniziato, la gente della valle non ha dimenticato le accuse e i veleni: “Hanno incolpato dei poveracci, gente che nemmeno poteva difendersi, se fosse dipeso da lei avrebbe incastrato gente del posto per non doversi difendere. Meglio che non torni più qui», dicono in paese. Eppure Annamaria è tornata, proprio nella villetta di Montroz dove il 30 gennaio è stato massacrato il piccolo Samuele. Ha trascorso lì qualche giorno con la sua famiglia e i figli, prima di ritornare tra le sue montagne. Qui dove ha cercato rifugio dopo la tragedia e dove ora ha ricominciato la sua vita da donna libera.
Photo Credits: Diva e Donna
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