Meghan Markle fa l’ennesimo sgarbo alla cognata Kate Middleton. Ai colpi di testa della duchessa di Sussex siamo ormai abituati, ma cosa ha ideato questa volta?
A quanto pare la moglie di Harry avrebbe deciso di partorire tra mura di Palazzo, ovvero della nuova casa in cui ha da poco traslocato. Frogmore Cottage, dunque, e non un ospedale vedrà nascere questo royal baby.
Meghan Markle partorisce in casa
Sempre più voci confermano che Meghan Markle partorirà in modo naturale in casa. La cognata Kate Middleton, invece, ha dovuto partorire i tre figli all’ospedale Lindo Wing, dove tra l’altro sono venuto al mondo tutti i figli della Corona negli ultimi 40 anni.
Non finisce qui: se la povera Kate aveva dovuto mostrarsi in forma smagliante agli occhi del pubblico qualche ora dopo il parto, i duchi di Sussex hanno già preannunciato che non si sottoporranno a questa tradizione. I due, in modo anti-convenzionale hanno deciso che godranno in modo strettamente privato l’evento della nascita del primo figlio e solo in seguito ne daranno l’annuncio ufficiale.
D’altronde il royal baby sarà solamente settimo in linea di successione al trono, cosa che lo esime dall’essere esposto subito agli occhi del pubblico.
I dubbi allora impazzano sul web e tutti si chiedono se il bimbo (o bimba secondo le indiscrezioni) non sia già nato, coccolato in privato tra le mura di Frogmore Cottage. Staremo a vedere!
Harry e Meghan: ecco i possibili nomi delle madrine e dei padrini del royal baby
Secondo la rivista People, ci sono almeno undici candidati all’importante ruolo, tra amici e parenti dei reali. Tra i vari candidati spiccano i nomi della tennista Serena Williams, quello dell’attrice Priyanka Chopra e della principessa Eugenie.
Sempre secondo People è possibile pure che alla fine Harry decida di affidare il ruolo di padrino ad un suo vecchio amico Tom Inskip, «spalla» del principe durante le divertenti serate all’Eton College, poi Mark Dyer, una sorta di mentore per Harry, ma ci sono pure Charlie Van Straubenzee e Jake Warren sulla lista.
