L’inviato de Le Iene, Filippo Roma, è riuscito ad intrufolarsi nella folla in occasione del meeting tenutosi al Teatro Eliseo per la presentazione del nuovo film, “Dolceroma”. Ovviamente era presente, Luca Barbareschi.
Nel 2012, Luca Barbareschi era stato protagonista di un’aggressione con l’inviato Filippo Roma: l’allora parlamentare aveva reagito in modo aggressivo ai danni dell’inviato perché aveva chiesto a Barbareschi delle sue assenze in Parlamento.
La vicenda sembrava finita definitivamente a Roma, ma a riaccendere la miccia è stato lo stesso Barbareschi, tornato a parlare ai microfoni di “Un giorno da pecora” su Radio Uno. Nel suo intervento ha svelato:
“rischiava molto di più, mi ha fatto cadere la bambina. E non l’hanno montato. L’ho vista con un rigolo di sangue e meno male che mi sono fermato al naso”.
Roma è stato quindi spinto a replicare e a chiarire la sua posizione:
“Barbareschi ha detto una marea di cazzate. La prima che io ho fatto cadere sua figlia. E ha aggiunto che chiunque avrebbe reagito vedendo così una bambina con un rigolo di sangue. La cazzata delle cazzate è che dice che noi non abbiamo mandato in onda quella parte. Semplice: non esiste!”.
Quindi l’inviato de Le Iene ha fatto irruzione alla conferenza stampa di Dolceroma, dove alla vista di Roma, Barbareschi infuriato ha invitato la Iena ad andarsene. “Queste cazzate Barbarè se la sogna la notte?” ha provocato Roma. A mettersi contro l’inviato anche Claudia Gerini: “Scusate, irrompete e rovinate il lavoro di chi è qui per parlare del film”.
Gli anni caldi di Luca Barbareschi: “Quando pippavo con Lou Reed e avevo Naomi Campbell…”
L’attore e produttore racconta i suoi anni caldi fra gli eccessi e le droghe: quel momento in cui “pippava” con Lou Reed e aveva rapporti sessuali con la bellissima Naomi Campbell…
Il 28 luglio ha compiuto 60 anni, una data bella e tragica per il produttore che perse il padre proprio a quell’età, a cui lui stesso “non credeva di arrivare”. In una splendida intervista rilasciata al “Fatto Quotidiano” ha raccontato: “Ho inseguito il suo fantasma per tutta la vita e ora che l’ho superato, sono diventato mio padre. Veniva da una famiglia di pirati sefarditi di Fez, i bucanieri più feroci dell’800, gente che impestò il Mediterraneo fino a quando la Marina inglese non arrivò a sterminarli. Sono nato a Montevideo e ho vissuto a lungo in Medioriente. Aveva disegnato la prima grande arteria d’asfalto che attraversava l’Arabia Saudita, gli aeroporti di Ryad e Gedda e poi era stato trasferito a Beirut. Vivevamo al Royal Beach Hotel e papà, che era fichissimo e suonava indifferentemente fisarmonica e tromba, faceva notte con le più belle fighe del pianeta: ‘Mettiti là e aspettami sul divano’. E io, ligio alle consegne, aspettavo”.
Poi sono arrivati gli anni ’70 e la vita di Luca si è fatta piuttosto smodata: “La droga l’avevo incontrata prima. A Milano girava di tutto. Lsd, mescalina, cocaina, fumo. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. L’eroina te la regalavano. Dei miei compagni di liceo in sei morirono di overdose. La borghesia milanese abdicò al proprio ruolo. I padri assenti e i danni del post ’68 fecero il resto.”