
“Chi l’ha visto?“, il programma di Federica Sciarelli, in onda mercoledì 27 marzo alle 21.20 su Rai 3 torna sul caso Vannini: gli avvocati difensori della famiglia Ciontoli hanno indetto una conferenza stampa per illustrare le motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Appello di Roma emessa il 29 gennaio scorso, che condanna a cinque anni di reclusione Antonio Ciontoli per aver causato la morte di Marco Vannini. Il ragazzo, ferito da un colpo partito dalla pistola del futuro suocero, morì a Ladispoli il 18 maggio 2015.
Per Antonio Ciontoli condannato in primo grado a 14 anni per omicidio volontario, la condanna in appello è stata ridotta a 5 anni per omicidio colposo mentre c’è stata la conferma della sentenza per gli altri familiari.
Marco Vannini, la rabbia dei genitori: “Assurdo non aver previsto le aggravanti”
“Assurdo e sconcertante non aver previsto le aggravanti” . Queste sono le dichiarazioni dell’avvocato della famiglia Vannini, tornata a discutere della terribile sentenza a distanza di quasi due mesi. Antonio Ciontoli sarebbe stato condannato solo a 5 anni per l’uccisione del giovane 20enne Marco Vannini, ammazzato con la pistola d’ordinanza del padre della fidanzata di Marco.
“In questo secondo grado Ciontoli è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente”, spiega il legale dell’accusa. “Quello che sconvolge, è l’inadeguatezza della pena. E’ stato sconcertante non aver previsto nessuna aggravante”.
Marco Vannini, mamma Marina: “Voglio riapertura delle indagini”
La sentenza d’appello che ha ridotto la pena (da 14 a 5 anni) per Antonio Ciontoli ha fatto molto discutere. Per l’uomo è stato, infatti, derubricato il reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo. Confermate invece le pene a 3 anni per la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina; assolta di nuovo Viola Giorgini. “Marco è morto e queste persone che hanno ucciso mio figlio la fanno franca” il commento di Marina che poi aggiunge: “La vita di Marco non vale cinque anni di carcere“.
“Le indagini ripartano da zero, lo chiederò al ministro Bonafede – afferma la donna. – Il ministro della Giustizia mi ha chiamato invitandomi in Parlamento, colloquio che avverrà entro due settimane. Non vedo l’ora di dirgli di persona cosa penso delle attività investigative svolte sulla morte di mio figlio. E cosa penso del processo in generale: uno scandalo“, ribadisce la mamma del 20enne. Tanti sono infatti i punti oscuri sulla vicenda. Molti aspetti di quanto dichiarato dai Ciontoli riguardo quella maledetta sera del 17 maggio 2015 non tornano alla famiglia Vannini.