Emanuela Orlandi, le ossa trovate svelano dettagli agghiaccianti: ecco cosa
Gli ultimi esami sulle ossa ritrovate nella Nunziatura confermano che i resti non sarebbero di Emanuela Orlandi. Le ossa potrebbero essere di un uomo e avere più di 100 anni.
Emanuela Orlandi potrebbe, invece, trovarsi in un cimitero di proprietà della Santa Sede. “Cercate dove indica l’Angelo” recita la frase misteriosa riportata in una lettera anonima inviata alla famiglia Orlandi. Dopo l’invio della lettera, le ricerche si sono concentrate sul cimitero teutonico a Roma. Si tratta di un luogo sacro che si trova all’interno delle mura Vaticane in cui sono sepolti diversi cardinali di molte antiche case religiose di origini tedesche.
Emanuela Orlandi, il fratello attacca Papa Francesco
Continua la battaglia per la verità di Pietro Orlandi. Ai microfoni di Radio Cusano Campus, Pietro rilancia il suo appello al Vaticano. “Se mia sorella è morta, credo che dopo 35 anni sia ora di fare qualcosa per ritrovarla, per ritrovare almeno il suo corpo e dare relativamente pace a me e alla mia famiglia. E poi cercare di capire come è morta, chi l’ha rapita e uccisa, perché due cose sono certe: Emanuela non è scappata di casa e non si è suicidata“.
“Di recente con il nostro avvocato – continua Orlandi – abbiamo incontrato il Segretario di Stato Vaticano, monsignor Parolin, e poi il Promotore di giustizia della Santa Sede professor Raffaele Coppola, al quale abbiamo anche avanzato un’istanza per l’apertura di un’inchiesta interna alla Città del Vaticano. Insomma sollecitiamo continuamente la Santa Sede a fare qualcosa per arrivare alla verità sulla scomparsa di mia sorella. Il problema è che non ci danno risposte e questa è la cosa più assurda, cioè è difficile anche riuscire a fissare un appuntamento tra il nostro avvocato e il Procuratore di giustizia del Vaticano; non dico che si fanno negare, ma quasi. Un muro di gomma, una situazione veramente assurda. Papa Francesco, almeno a Natale, dica una parola su Emanuela! Ma non la dirà mai. Mi disse solo Emanuela è in cielo, quindi sa che è morta?”
Emanuela Orlandi: “Se l’assassino è un prete non si saprà mai
Era fine ottobre 2018 quando un misterioso ritrovamento di ossa sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica a Roma ha riacceso i riflettori sul caso di Emanuela Orlandi. Della cittadina vaticana, all’epoca quindicenne, non si hanno più notizie dal giugno 1983. In questi 35 anni, tante le piste investigative seguite così come tanti sono stati anche i depistaggi e gli sciacallaggi sulla vicenda. In tutto questo tempo, la famiglia Orlandi ha combattuto e combatte ancora per la verità sulla scomparsa della ragazza. Alcune delle piste seguite hanno coinvolto lo Stato Vaticano; l’Istituto per le Opere di Religione (Ior); la Banda della Magliana; il Banco Ambrosiano; Mehmet Alì Agca (il criminale turco responsabile dell’attentato del 1981 a Giovanni Paolo II); il governo italiano e i servizi segreti di diversi paesi.
Subito dopo il ritrovamento dei resti a Villa Giorgina, a commentare il caso della scomparsa era stato Vittorio Feltri. Il direttore di Libero si era infatti detto molto scettico ad un’eventuale svolta sul caso. “Ma come può accadere che una adolescente nata e cresciuta in Vaticano, non nel quartiere di San Lorenzo, sia stata rapita o uccisa (più probabile) in una piccola città teoricamente Santa e poi occultata in maniera tale da essere impossibile recuperarne il corpo? Con tutta la fantasia di cui disponiamo, non siamo in grado di decifrare l’arcano. Qualcuno sospetta che Emanuela sia stata violentata e soppressa da un prete più o meno altolocato. Forse, ciononostante non esiste una prova. Altre ipotesi si possono fare ma nessuna di esse è convalidata”.
Emanuela Orlandi scomparsa la misteriosa telefonata a Chi l’ha Visto?
“E’ di Emanuela Orlandi la voce in questa registrazione arrivata 25 giorni dopo la scomparsa? Di chi erano quelle cancellate? Dov’è la cassetta originale non manipolata?”. Sono le domande che la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ si pone sulla propria pagina Facebook dopo il ritrovamento di una registrazione audio che documenterebbe le sevizie ai danni di una ragazza. Nell’audio non sono udibili 3 voci maschili. Le frasi pronunciate dagli uomini, però, compaiono nel verbale della trascrizione.
La sparizione di Emanuela Orlandi è uno dei più complessi casi di scomparsa rimasto irrisolto che, nonostante il passare degli anni, continua a far discutere e a mantenere alta l’attenzione; anche se, come è evidente, l’omertà dei coinvolti cela ancora oggi i responsabili e la verità sulla 15enne cittadina del Vaticano. Qualcosa però sembra essersi sbloccato, tanto da spingere un nuovo testimone a rivelare ciò che sa sulla scomparsa.
Era il 22 giugno del 1983 quando Emanuela Orlandi, la 15enne figlia di un dipendete del Vaticano, scomparve nel nulla a Roma. Nonostante siano passati 35 anni dalla sparizione il caso non è mai stato risolto, rimanendo di fatto, insieme alla scomparsa di Mirella Gregori (15enne romana svanita misteriosamente a Roma il 7 maggio del 1983), uno dei più grandi misteri del nostro Paese. Nessuno sa che fine abbiano fatto le due giovani, ma un responsabile dietro a tutti ciò c’è e ci deve essere. Il giornalista Fabrizio Peronaci da sempre porta avanti la sua inchiesta per scoprire la verità. Proprio nel suo gruppo Facebook Giornalismo Investigativo, il giornalista del Corriere della Sera ha raccolto una nuova testimonianza.
Dopo le rivelazioni sconvolgenti di un prelato, che ha svelato le sorti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, un altro testimone si è rivolto a Fabrizio Peronaci, dando la sua disponibilità a presentarsi in Procura quando sarà il momento. Le sue conoscenze sulla scomparsa della 15enne del Vaticano coincidono, come riporta il giornalista del Corriere della Sera, con quanto raccontato dall’alto prelato. “I monaci benedettini di Sant’Anselmo mi confermarono un breve soggiorno di Emanuela nel loro convento“, ha rivelato il nuovo testimone aggiungendo: “Basta andare nella chiesa di Sant’Anselmo, all’Aventino, e chiedere ai religiosi in servizio: le reazioni saranno eloquenti. Ma anche tanti residenti della zona sono a conoscenza del fatto“.
Il nuovo testimone ha preferito non aggiungere altro rivelando però di non escludere di presentarsi in Procura qualora le indagini venissero riaperte, proprio come il monsignore novantenne.