Il caso di Emanuela Orlandi scomparsa nel giugno 1983 a Roma resta uno dei cold case italiani più misteriosi degli ultimi 40 anni. Il fratello di Emanuela, Piero Orlandi non ha mai perso la speranza di poterla ritrovare viva. Negli ultimi mesi era rimbalzata alle cronache, la notizia che Emanuela potesse essere stata sepolta sotto la pavimentazione di una chiesa nel centro di Roma. Il ritrovamento di alcune ossa aveva fatto riaccendere la speranza che la donna fosse sepolta lì.
Il ritrovamento delle ossa nella Nunziatura Apostolica
Il misterioso ritrovamento avvenne alla Nunziatura Apostolica lo scorso ottobre. La scoperta, ricordiamo, venne da subito associata alla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel giugno 1983. “Sin dal giorno del ritrovamento, non ho mai pensato si potesse trattare della Orlandi. Ho sempre detto che bisogna cercare anche nelle vicine catacombe di Santa Felicita… Penso ai familiari. Ogni volta che si trovano ossa, è un drammatico conto alla rovescia”. La conduttrice spiega poi perché alcuni casi, come questo, abbiano più clamore mediatico di altri. “Dipende dai ganci con la storia che trattiamo. La Orlandi ha avuto una eco fortissima perché era cittadina vaticana. Altri casi, come quello della Claps, hanno varcato i confini di Chi l’ha visto? perché noi ci siamo letti tutti i faldoni e abbiamo capito che c’era qualcosa di strano. Abbiamo insistito”.
Emanuela Orlandi, il fratello Pietro insiste: “E’ un dovere cercarla viva”
Pietro Orlandi ha rilasciato nei mesi scorsi delle dichiarazioni molto toccanti sulla sorella e sul caso.“L’idea che Emanuela potesse essere morta e messa sotto una mattonella non era una cosa piacevole. Però è ovvio che quando è uscita la notizia c’era questa possibilità. Io l’ho sempre detto: finché non trovo il corpo di Emanuela per me è un dovere cercarla viva. Però se quelle ossa fossero state le sue ossa, saremmo arrivati ad un punto, brutto ma ad un punto.” afferma Pietro, intervistato da fanpage.it. “Si sente parlare degli scomparsi come se fossero in un’altra dimensione” dichiara, a proposito, Pietro “quello che mi piacerebbe è che questo popolo non rimanga un popolo di vite sospese. Quello che possiamo fare noi, però, è solo questo: tenere alta l’attenzione“.