Piccolo “diverbio”, con toni assolutamente pacati e nessuna voglia di polemiche da ambo le parti, alla conferenza stampa della fiction più amata d’Italia, quella che vede come protagonista il commissario Montalbano, in onda dall’11 febbraio su Raiuno. Motivo del contendere: il tema della prima puntata della nuova stagione, ovvero i migranti.
Alla conferenza stampa per il lancio delle due nuove puntate inedite del Commissario Montalbano e per i venti anni della serie tv, risale infatti al maggio 1999 la prima messa in onda su Raidue, un botta e risposta tra il protagonista Luca Zingaretti e alcuni giornalisti ha aggiunto un po’ di “pepe” all’aria di festa.
Dopo l’entrata della torta con tanto di candeline, le dichiarazioni del produttore Carlo Degli Esposti, del direttore di Rai Fiction Tinny Andreatta, del regista Alberto Sironi, la presentazione delle due nuove puntate intitolate “L’altro capo del filo” e “Un diario del ’43”, è arrivato il momento delle domande dei giornalisti.
La maggior parte ha avuto come oggetto il tema della prima puntata, ovvero il problema dei migranti, dell’accoglienza di popolazioni di culture e tradizioni diverse. Nonostante il romanzo di Andrea Camilleri sia stato scritto tre anni fa, impossibile non pensare a un parallelo tra la fiction e la cronaca, ovvero agli eventi legati alle navi Diciotti e Sea Watch, per intavolare una discussione che non fosse solo una mera esposizione di caratteristiche tecniche del telefilm peraltro già consultabili sulla cartella stampa.
Ma nessuno dei seduti dietro al grande tavolo, quello delle conferenze stampa delle grandi occasioni, ha mostrato di apprezzare. Soprattutto Luca Zingaretti, che alla domanda su cosa pensasse personalmente sul tema dei migranti ha risposto: “Ho fatto quattro anni fa un monologo sui migranti, chi è interessato se lo vada a riguardare”. E poi: “Preferisco così piuttosto che ripeterlo qui perché tanto, qualsiasi cosa dica, domani ci sparate un titolone in prima pagina”.
Ancora una volta è andato in scena l’eterno dilemma: da una parte la stampa la cui esigenza, oltre a parlare del prodotto pubblicizzato, in questo caso una fiction, senza che sembri una mera pubblicità, è quella di legarlo in qualche modo all’attualità per potergli dare una connotazione più ampia. Dall’altra gli operatori dello spettacolo che non ci stanno a vedere strumentalizzate frasi che, dette dal vivo, in un certo modo, con un certo tono, non hanno quell’eco mediatica che suscitano invece una volta impresse su carta stampata.
Questo battibecco però, lungi dallo sfociare in qualcosa di sgradevole, non ha fatto altro che “movimentare” una conferenza stampa che poteva apparire “scontata”: cosa c’è infatti di veramente nuovo in una fiction che va in onda da vent’anni con il medesimo successo, i medesimi attori, persino i medesimi membri della troupe?
Lode al Commissario Montalbano, che anche questa volta, garantito da chi ha visto in anteprima la prima puntata, promette ascolti da record.
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