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Baglioni nella bufera per conflitto d’interessi: scatta la vigilanza Rai. Festival a rischio?

Striscia la Notizia e Linkiesta hanno sollevato una polemica che sta adombrando il Festival di Sanremo e in particolare il suo direttore artistico, Claudio Baglioni. Tutti conoscono alcune regole base della nota kermesse canora: ad esempio ci sono clausole da rispettare sul brano proposto che sia inedito. O che non ci siano relazioni particolari fra gli artisti e colui che è responsabile della loro selezione.

Che cosa è successo?

Quest’ultima, la “clausola di riservatezza”, è al centro di una controversia. Pare che Baglioni abbia scelto di includere nel concorso molti cantanti perché legati alla sua stessa agenzia? L’agenzia che rappresenta l’artista romano è la Friends and Partners di Ferdinando Salzano. Della stessa stessa agenzia fanno parte, infatti, sei dei Big in gara quest’anno: Paola Turci, Nino D’Angelo, Francesco Renga, Il Volo, Achille Lauro e Nek.

A questi nomi, come racconta anche Il Fatto Quotidiano, si aggiungono Irama, Ultimo, Federica Carta, Shade e gli Ex Otago. In quanto questi ultimi sono legati alla Vivo Concerti e alla Magellano Concerti che fanno parte a loro volta della CTS Eventim, che ha acquistato anche una parte della Friends and Partners.

La replica della Rai

La Rai ha tenuto a rispondere immediatamente a scanso di equivoci e perplessità. “L’esclusione di qualsiasi conflitto di interessi è una condizione imprescindibile per la Rai nella stipula di tutti i contratti di collaborazione. Un principio inserito ovviamente anche all’interno degli accordi presi con Baglioni, così come è avvenuto con i suoi predecessori”, fanno sapere da Viale Mazzini sottolineando la “caratura artistica e professionale di Claudio Baglioni”, “garanzia di rispetto del principio di trasparenza e di imparzialità”.

E ancora: “Il criterio di trasparenza è un elemento cardine dell’offerta del servizio pubblico e del rapporto tra Rai e direttore artistico, in un contesto, quello di Sanremo, in cui fondamentali sono il giudizio insindacabile sul valore dell’offerta musicale e sulla qualità dello spettacolo affidata a una commissione composta da 5 esperti oltre al direttore artistico. Nel contratto, l’azienda prende atto delle dichiarazioni formulate da Baglioni sotto la propria responsabilità”.

La nota si chiude dicendo che, “qualora dovessero emergere situazioni di incompatibilità e/o conflitto di interessi’, la Rai avrebbe ‘il diritto insindacabile di sostituirlo negli incarichi, senza alcun indennizzo”. 

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