A Rio De Janeiro un ventenne in preda alla furia omicida ha ucciso una donna transessuale e le ha letteralmente strappato il cuore. Il terrificante racconto arriva proprio dall’artefice che ai giornalisti ha dichiarato: “L’ho fatto perché era un demonio”.
Caio Santos de Oliveira, brasiliano di 20 anni, ha confessato ed è stato arrestato per aver ucciso José da Silva, una 35 transessuale del luogo. Tutti gli omicidi sono delitti efferati ma questo si contraddistingue per la crudeltà e sicuramente verrà ricordato tra i più brutali. Ai giornalisti all’uscita dalla stazione di polizia ha detto ridendo: “L’ho fatto perché era un demonio”.
La vittima della furia omicida di Oliveira è Genilson José da Silva, 35enne transgender proprietaria di un bar. Il killer ha raccontato alla polizia dopo l’arresto di aver utilizzato un pezzo di vetro per aprire il torace della vittima e strapparle il cuore. “Era un demone, le ho strappato il cuore, è così: l’ho fatto”, ha dichiarato alla folla di giornalisti che l’ha avvicinato mentre era in arresto. La polizia che indaga sul caso ha ritrovato il cuore della vittima nella casa dell’assassino, oltre che denaro e altri oggetti personali che de Oliveira le aveva rubato.
La dinamica dell’omicidio e l’arresto
L’incontro tra la vittima e l’assassino risale a domenica 27 gennaio, giorno in cui il giovane si era recato in un bar a Jardim Maris, città brasiliana. Qui sarebbe avvenuto l’incontro con la proprietaria del locale che ha condotto a un rapporto sessuale. Stando alle sue parole, in un secondo momento il ragazzo avrebbe colpito la vittima al torace con un frammento di vetro. A quel punto le avrebbe strappato il cuore portandolo nella sua abitazione custodendolo in un pezzo di stoffa. Questi particolari da film horror sono stati raccontati dallo stesso Caio Santos de Oliveira alla Polizia.
L’arresto del ventenne è avvenuto per caso, durante un pattugliamento per le vie della città. Al passaggio delle forze dell’ordine Oliveira avrebbe reagito in maniera sospetta attirando l’attenzione delle guardie. Secondo quanto emerso dal rapporto dei poliziotti la transgender uccisa aveva tentato di opporre resistenza come testimoniano i graffi e i lividi presenti sul suo corpo.