Elena Ceste, 5 anni fa l’omicidio: le parole di Buoninconti
Sono passati esattamente 5 anni da quella maledetta mattina del 24 gennaio 2014, quando Elena Ceste scomparse misteriosamente dalla sua casa di Costigliole d’Asti. Il corpo della donna, casalinga e madre di quatto figli, venne ritrovato solamente il 18 ottobre nelle acque del Rio Mersa, nelle campagne distanti pochi metri dalla sua abitazione. La scoperta del cadavere avvenne per caso, durante i lavori di bonifica di un canale di scolo. Le indagini presero piede portando a concentrare l’attenzione e soprattutto i dubbi degli inquirenti sul marito Michele Buoninconti. L’uomo è attualmente condannato, in tutti e tre i gradi di giudizio, a 30 anni di reclusione. Per i giudici, infatti: “La colpevolezza di Buoninconti è l’unica possibile lettura da dare allo svolgimento dei fatti“. La Corte di Cassazione, nell’emettere la sentenza definitiva, ha convalidato la linea seguita dalla Corte di assise d’appello di Torino. L’ex vigile del fuoco premeditò il delitto a causa dell'”infedeltà” della coniuge. Per i Supremi Giudici, “i tempi strettissimi in cui l’imputato commise il delitto e poi occultò il cadavere, compatibilmente con il falso alibi già predisposto, comportarono una serie di azioni ben studiate, così da poter essere eseguite in continuità secondo una cadenza sul filo dei minuti”.
La ricostruzione
Quella maledetta mattina di 5 anni fa, dopo aver accompagnato i figli a scuola in macchina, Michele è rientrato a casa alle 8.43. Il delitto è avvenuto proprio in questi minuti all’interno della camera da letto dei due coniugi. Buoninconti, secondo l’accusa, ha strangolato la moglie fino ad ucciderla. L’autopsia, infatti, ha stabilito che la donna è morta per asfissia. Subito dopo, il vigile del fuoco ha adagiato il corpo nel bagagliaio dell’auto parcheggiata di fronte l’auto del garage. Da lì, in altri sei minuti, l’ha trasportato fino al Rio Mersa, dove poi è stato ritrovato. L’esame delle celle telefoniche ha confermato in toto questa ricostruzione. Il lasso di tempo, estremamente breve, in cui Michele ha ucciso Elena e occultato il suo cadavere ha portato i giudici di Piazza Cavour a ritenere che l’uomo avesse già pianificato tutto. Tanto che, subito dopo essersi sbarazzato del corpo, era già pronto ad inscenare la parte del marito affranto alla disperata ricerca della moglie scomparsa.
“Sono innocente”
Buoninconti, nonostante i tre gradi di giudizio, continua a dichiararsi innocente. E’ quello che conferma anche in una lettera inviata al suo avvocato Enrico Scolari e letta in diretta a Quarto Grado. “Ancora non riesco ad accettare ciò che è accaduto. Perchè a Elena? Non poteva stare ancora un altro po’ con i suoi figli che tanto amava? Col dolore nel cuore ti scrivo queste cose: Perché? Perché? Non c’è notte che non le rivolgo le preghiere con la speranza di venirmi in sogno. Spesso riesco a sognarla. Il più delle volte vestita di bianco. All’inizio diceva che non poteva farsi toccare, ora apre le sue braccia e mi bacia, il più delle volte circondati dai nostri figli che sono contenti di averci a casa“scrive Michele che poi conclude: “Chissà quando finirà questa sofferenza alla quale si aggiunge la disperazione di non essere creduto”.