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Cose da VipPrimo Piano

Fabrizio Corona, la nuova provocazione: ora vende manette

Le nuove “Manette Adelet” porteranno il marchio di Fabrizio Corona. Con lo slogan : “Mai dare la libertà per scontata”

Non c’è nulla che non possa essere ricondotto ad un business di profitto per Fabrizio Corona. Meno che mai la sua ormai lunghissima storia di imputato penale, perennemente impegnato in processi di ogni genere, e come noto persino detenuto per un breve periodo tra il 2014 e il 2015. L’ultima trovata imprenditoriale saranno dei braccialetti, da produrre e vendere attraverso il marchio Adalet. Precisamente, i braccialetti di Fabrizio Corona saranno particolari: rappresenteranno delle manette, riprodotte nel dettaglio per imitare gli strumenti della polizia italiana.

Le manette di Fabrizio Corona saranno dunque un marchio Adalet, e sarannomesse  in vendita personalmente attraverso il brand dell’ex fotografo. Recheranno inoltre inciso su lato un provocatorio slogan pseudo-carcerario: “E’ facile dare la libertà per scontata se nessuno ve l’ha mai levata“. I riferimenti sono, come ovvio, alle varie esperienze di Fabrizio Corona in ambito giudiziario. Esperienze che ormai sembrano alle spalle: Corona è da tempo fuori, impegnato tra sorveglianza e servizi sociali a ripagare il proprio debito con la giustizia.

Fabrizio Corona racconta l’agguato di Rogoredo

Durante la puntata di ieri sera di Non è l’Arena, il programma di Massimo GilettiFabrizio Corona finalmente racconta tutta la verità sull’aggressione subita. Poi si scaglia contro Vittorio Brumotti: “E’ un infame”.

Lo ricordiamo: Fabrizio Corona era stato aggredito e ferito nella periferia di Milano mentre stava girando un servizio giornalistico. Per la precisione, l’ex paparazzo si trovava nel pericolossimo bosco della droga di Rogoredo, luogo governato dall’anarchia e dallo spaccio. Fabrizio era lì in compagnia di una troupe proprio come inviato di Giletti per girare del materiale per Non è l’Arena. Il racconto di Corona era stato concitato e a tratti spaventoso: un nutrito gruppo di spacciatori stranieri lo avrebbe circondato per poi prenderlo a calci e pugni.

Queste le sue parole per raccontare l’accaduto: “Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, Io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. Tutto questo solo per raccontare in maniera oggettiva, come ho sempre fatto, la realtà. Ora, in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria”, aveva scritto su Instagram.

A torto o ragione, visto il personaggio, non tutti avevano creduto a questa versione dei fatti. Sebbene per testimoniare l’incidente era stata pubblicata una foto che ritraeva Fabrizio sdraiato su una barella, sanguinante, qualcuno ancora non dava credito alle sue parole. Per questo il padre di Carlos ha approfittato dell’ospitata in studio per mettere alcuni puntini sulle “i”. 

 

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