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Meredith Kercher, venduta villetta dell’orrore: ecco cosa diventerà

La villetta dell’orrore, sita in via della Pergola a Perugia, dove il 1 novembre 2007 perse la vita Meredith Kercher, potrebbe presto diventare un bed&breakfast molto particolare. Una struttura recettiva e allo stesso tempo una sorta di museo per gli appassionati del crimine. Come riporta Il Messaggero, infatti, un bancario di Pescara avrebbe avanzato un’offerta molto sostanziosa per acquistare la casa dove venne uccise la giovane studentessa britannica. Se il proprietario attuale dovesse accettare l’offerta avanzata dal pescarese, la villetta divenuta drammaticamente celebre potrebbe essere venduta a 295mila euro. Sempre secondo quanto riporta il noto quotidiano, comunque, sulla vendita, almeno per ora, c’è il massimo riserbo.

Come scrive TPI, qualche tempo fa la villetta era tornata alla ribalta per via della ristrutturazione del 2017. Ricordiamo che la casa è stata sotto sequestro dal 2007 al 2009. Sei anni dopo venne ceduta dalla proprietaria precedente all’attuale titolare, che ha poi deciso di metterla in vendita. “Sempre nel sito dell’agenzia immobiliare si sottolinea che la villa singola fu completamente ristrutturata nel 2017 sia dal punto di vista sismico che strutturale ed è immersa in giardino privato di circa quattro ettari” è quanto si leggeva, all’epoca, sul sito dell’Ansa.

Il Delitto di Perugia

Sono passati 11 anni da quando, Meredith Kercher venne uccisa nella casa di via della Pergola a Perugia. Era il 1° novembre 2007. La studentessa inglese, in Italia con il programma Erasmus, viveva lì con le sue coinquiline da poco più di un mese. Accoltellata alla gola, coperta con un piumone, alla ragazza vennero rubate carte di credito, telefoni cellulari e 300 euro nella borsetta. La porta della camera da letto dove si consumò il delitto, chiusa a chiave, venne aperta solo il giorno successivo. Il delitto di Perugia , così chiamato, ebbe una notevole risonanza mediatica, anche a livello internazionale. Il caso fu al centro di una complessa vicenda giudiziaria che si concluse con la condanna a 16 anni di Rudy Guede e la definitiva assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

La ricostruzione dell’omicidio

Dal primo esame dell’autopsia, il patologo Luca Lalli stabilì che la morte era “intervenuta a distanza di non più di 2-3 ore dall’ultimo pasto“. Ciò a causa dell’emorragia carotidea o del successivo soffocamento causato dal sangue, il tutto in seguito a circa 47 coltellate subite. Sulla base di alcune testimonianze, Meredith avrebbe cenato tra le 17:30 e le 18:00 per terminare non oltre le 19:30. L’ora della morte viene inizialmente stabilita tra le 21:00 e mezzanotte circa (alle ore 23:00-23:30 circa una vicina riferisce di aver sentito un urlo).

Per la sentenza del 2009, il delitto avvenne tra le 23 e le 2 di notte (fissando le 23:15 come ora più probabile), mentre secondo la ricostruzione della difesa, accolta dalla prima sentenza d’appello (2011), la morte sarebbe invece da collocare tra le 21:30 e le 22:30, preferibilmente intorno alle 22:15. Secondo la sentenza del 2014, il delitto avvenne tra le 22:30 e le 23:30 circa: risulterà determinante la circostanza, in quanto potrà rendere valido l’alibi della presenza al computer di Sollecito e la presenza dei due giovani (da essi però negata) in piazza Grimana durante l’omicidio (secondo le sentenze di condanna, tra le 21:30 e le 23:30).

Pur essendo la piazza molto vicina, la sentenza di condanna del 2014 finì per favorire la tesi innocentista, in quanto, eliminando il riferimento alla mezzanotte e alle 2 di notte, rendeva difficile la consumazione dell’omicidio, che sarebbe stato effettuato in una manciata di minuti.

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