Gli odiatori di professione che presidiano la rete, i cosiddetti “haters”, si sono svegliati presto e hanno cominciato a usare subito i loro manganelli contro Claudio Baglioni. Adesso è metà mattina, e ancora non mollano la presa (al solito: pochi firmandosi con nome e cognome, molti usando l’anonimato dei nickname e simboli vari, tra cui bandiere con il tricolore e slogan tipo “L’Italia agli italiani”, “Me ne frego” e altra robetta così).
Randellano e insultano, minacciano. Il cantante è giudicato gravemente colpevole per aver espresso – durante la conferenza stampa di presentazione del prossimo Festival di Sanremo, che condurrà anche quest’anno – alcune riflessioni sulla scarsa armonia che si respira nel Paese, giudicato confuso e cieco, incapace di prendere una direzione. Sintesi del Baglioni pensiero: «La classe politica, quella dirigente e l’opinione pubblica hanno mancato paurosamente. Siamo un Paese incattivito, rancoroso, guardiamo con sospetto anche la nostra ombra, e questo è un disastro prima di tutto di ordine intellettuale».
Poi, sulla tragica vicenda della Sea Watch e dei migranti: «Se non fosse drammatica ci sarebbe da ridere. Non si può pensare di risolvere la situazione di milioni di persone in movimento e in situazioni di disagio evitando lo sbarco di quaranta persone, li prendo io o li prendi tu. Non credo che un dirigente politico oggi abbia la capacità di risolvere la questione, però dovrebbe almeno saper dire la verità, e cioè che siamo di fronte a un grande problema e dobbiamo metterci tutti nella condizione di risolverlo».