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Primo Piano

Lorys Stival: Veronica Panarello sempre più sola in carcere

Per i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Catania non ci sono dubbi: Veronica Panarello è l’unica colpevole dell’omicidio del figlio Lorys Stival. In 174 pagine, la Corte ha confermato la sentenza di primo grado, condannando la donna a 30 anni di reclusione e sottolineando con precisione la lucida crudeltà con cui tolse la vita al bambino, quella maledetta mattina del 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Nonostante le due sentenze, la donna continua a dichiarare la sua innocenza.

Ad agosto 2018, tre mesi dopo la sentenza di secondo grado, Veronica ha chiesto di essere trasferita in un altro carcere. La donna desiderava andare nel penitenziario di Vigevano, in provincia di Pavia, dove lavorare e studiare, attività che le erano precluse nel carcere di Catania. I magistrati hanno accolto in parte la sua richiesta: Veronica è stata trasferita, non a Vigevano, bensì a Torino dov’è tuttora detenuta.

Stando a quanto riporta il settimanale Giallo, a Torino la Panarello non si trova bene e vuole tornare in Sicilia. Il suo legale, Francesco Villardita, è andato a trovarla nelle ultime settimane per verificare di persona le condizioni di salute della donna. A farle visita recentemente è stato anche il padre Francesco Panarello, unico familiare a esserle rimasto vicino. Ai due Veronica avrebbe detto di non essere stata accolta bene dalle altre detenute: non ha legato con nessuna di loro.

Durante l’ora d’aria preferisce rimanere in cella: insomma, la donna è sempre più sola. Come scritto da Giallo, Veronica ha trascorso il Natale in solitudine, chiusa nel suo dolore e nei suoi silenzi. Del resto, dopo la conferma della condanna in Appello, alla trentenne rimane solo un’ultima speranza: la Cassazione. Se anche i Supremi Giudici dovessero confermare quanto dichiarato precedentemente dalle due sentenze, allora la Panarello dovrà rassegnarsi al suo destino.

Veronica Panarello, la Bruzzone: “Era perfettamente lucida”

“Per i giudici, e a mio parere – dichiara la criminologa Roberta Bruzzone – è stata lei a uccidere il bambino ed era perfettamente lucida. Anche quando, per costruirsi un alibi verosimile, ha rimesso in moto la macchina per dirigersi al corso di cucina nel resort di Donna Fugata. Dopo avere gettato il corpo del figlio nel canalone. Da qui la conferma della sentenza di primo grado nella sua interezza. Sentenza che, a mio avviso, troverà conferma integrale anche nel terzo e ultimo grado di giudizio ancora pendente”.

Roberta Bruzzone evidenzia poi come anche i periti, nominati dal gup di Ragusa, abbiano stabilito la lucidità della donna. Anche per loro, la Panarello era perfettamente in grado di intendere e di volere quando ha assassinato Loris. “Veronica ha agito in maniera lucida e spietata e la follia non ha giocato alcun ruolo in questa terribile vicendaNon risulta compromessa per la Panarello la capacità di autodeterminarsi rispetto a obiettivi dati, nonché di potere riferire in modo e con modalità tali da preservare i suoi interessi nella vicenda giudiziaria. L’appuntamento con i supremi giudici è sempre più vicino” conclude l’esperta.

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