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Federica Sciarelli: “Ecco cosa penso del caso Orlandi”

L’amatissima conduttrice Federica Sciarelli si è raccontata in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni. La giornalista ha parlato del successo di Chi l’ha visto?, una trasmissione che la vede al timone da ben 15 anni. “15 anni. È vero. Ho lavorato molto: sia al Tg3 sia alla conduzione di Chi l’ha visto?. A casa c’ero sempre poco e mio figlio è stato cresciuto dalle babysitter. Questo programma mi ha dato tantissimo” dice la presentatrice. La Sciarelli ci tiene a ribadire che i fortunati ascolti del programma e le tante persone ritrovate in questi anni sono, in realtà, merito degli spettatori e della squadra interna di autori e redattori. “Dove non arriviamo noi, arrivano i telespettatori dotati di un acume pazzesco” dichiara.

A Federica viene chiesto anche cosa abbia pensato del misterioso ritrovamento di ossa alla Nunziatura Apostolica, avvenuto lo scorso ottobre. La scoperta, ricordiamo, venne da subito associata alla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel giugno 1983. “Sin dal giorno del ritrovamento, non ho mai pensato si potesse trattare della Orlandi. Ho sempre detto che bisogna cercare anche nelle vicine catacombe di Santa Felicita… Penso ai familiari. Ogni volta che si trovano ossa, è un drammatico conto alla rovescia”. La conduttrice spiega poi perché alcuni casi, come questo, abbiano più clamore mediatico di altri. “Dipende dai ganci con la storia che trattiamo. La Orlandi ha avuto una eco fortissima perché era cittadina vaticana. Altri casi, come quello della Claps, hanno varcato i confini di Chi l’ha visto? perché noi ci siamo letti tutti i faldoni e abbiamo capito che c’era qualcosa di strano. Abbiamo insistito”.

La verità sul livido

La Sciarelli ha voluto precisare, inoltre, la causa del livido tra il naso e l’occhio destro che aveva destato perplessità e preoccupato il pubblico. “Non ho fatto a cazzotti con nessuno. Dal momento che porto gli occhiali quando vado in motorino, la stanghetta mi aveva lasciato un brutto segno. Dopo averlo tolto con il laser, il dermatologo mi raccomandò di non mettere creme. Per non saltare la puntata, però, misi il fondotinta che si usa in teatro. Invece di coprire, il segno si vedeva ancora di più. Scherzando dissi in diretta che il problema si sarebbe risolto nel giro di qualche mese. Sui social è esploso un pandemonio. Ho letto di tutto”.

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “E’ un dovere cercarla viva”

Si è tenuto sabato 15 dicembre 2018, a Roma, il sit in organizzato dall’associazione Penelope. Una manifestazione voluta per chiedere verità e giustizia per le persone scomparse e le vittime di crimini impuniti. Presenti in piazza molti familiari che ancora aspettano notizie dei propri cari, fra questi anche Pietro Orlandi.

L’idea che Emanuela potesse essere morta e messa sotto una mattonella non era una cosa piacevole. Però è ovvio che quando è uscita la notizia c’era questa possibilità. Io l’ho sempre detto: finché non trovo il corpo di Emanuela per me è un dovere cercarla viva. Però se quelle ossa fossero state le sue ossa, saremmo arrivati ad un punto, brutto ma ad un punto.” afferma Pietro, intervistato da fanpage.it.

La onlus Penelope si batte da tempo perché venga raccolto il Dna di tutti i familiari delle persone scomparse. “Si sente parlare degli scomparsi come se fossero in un’altra dimensione” dichiara, a proposito, Pietro “quello che mi piacerebbe è che questo popolo non rimanga un popolo di vite sospese. Quello che possiamo fare noi, però, è solo questo: tenere alta l’attenzione“.

 

 

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