Recentemente si è tornati a parlare del Mostro di Firenze. Il ritrovamento, dopo 33 anni, di un’ogiva nel cuscino della tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, ultime vittime del mostro, ha riacceso i riflettori sul caso. All’epoca vennero accusati e condannati Marco Vanni, Gianni Lotti e Pietro Pacciani, ossia i cosiddetti compagni di merende. Lotti e Vanni furono condannati per gli ultimi quattro duplici omicidi. Pacciani, condannato all’ergastolo ma assolto in Appello, è morto nel 1988 in circostanze strane poco prima di affrontare un nuovo processo.
I due nuovi indagati
L’estate scorsa, a 50 anni dal primo duplice omicidio del 1968, sono stati iscritti nel registro degli indagati della procura fiorentina due nuovi personaggi. Si tratta dell’ex legionario 87enne Giampiero Vigilanti e del suo ex medico personale Francesco Caccamo di 86 anni. Per quest’ultimi si attende, nelle prossime settimane, che il procuratore aggiunto Luca Turco decida per l’archiviazione o per il rinvio a giudizio. Vigilanti è originario di Vicchio e residente a Prato mentre Caccamo è Tunisino di nascita ma residente a Firenze dalla fine degli anni ’90.
Come scrive Leggo, secondo l’ipotesi accusatoria i due sarebbero coinvolti negli otto duplici omicidi in concorso tra loro. Alcuni omicidi delle coppiette, infatti, avvennero proprio vicino a casa dell’ex legionario. Anche Caccamo sarebbe vissuto in Mugello e Vigilanti conobbe Pietro Pacciani. Viveva a Calenzano quando il 22 ottobre del 1981 vennero uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi. Compare proprio qui il mistero dell’automobile rossa, presente più volte negli atti d’indagine che secondo i testimoni era dei compagni di merende. Vigilanti, come riportato da Leggo, oltre a saper utilizzare le armi, conosceva bene i luoghi dove il 14 settembre 1974 morirono Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini a Borgo San Lorenzo e a Vicchio dove lo stesso assassino uccise Claudio Stefanacci e Pia Rontini.
“Io non ho fatto nulla”
L’ex legionario, dal canto suo, si dichiara estraneo alla serie di delitti. “Io con quegli omicidi non c’entro – ha sempre sostenuto Vigilanti – è da anni che ogni tanto mi vengono a prendere i carabinieri per interrogarmi, ma non io ho fatto nulla“. Una volta l’uomo subì una perquisizione dopo una lite con un vicino ed in casa possedeva di 176 proiettili calibro 22 marca Winchester long rifle. Dopo qualche mese la sua posizione venne archiviata. Nel 2013 Vigilanti denunciò il furto di quattro pistole che deteneva legalmente tra cui una Beretta calibro 22. Su questo punto durante l’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Caccamo, invece, potrebbe essere stato un fiancheggiatore, uno che sapeva utilizzare bene il bisturi per le amputazioni.
Mostro di Firenze: Chi ordinò gli omicidi? E’ caccia ai mandanti
In attesa degli esami balistici su tutti i proiettili rinvenuti sulle otto scene del crimine, gli inquirenti vogliono scoprire chi si celerebbe dietro i delitti. Gli investigatori, infatti, – come riporta il settimanale Giallo – vogliono trovare il mandante delle mattanze. A proposito, si ricordano le parole pronunciate da Lotti durante il processo. “Non so come si chiami questo medico, ma so che era lui a ordinare i lavoretti“. A chi si riferiva? Vero è che in quattro degli otto duplici omicidi, l’assassino asportò il pube alle donne uccise, servendosi di un’arma da taglio (probabilmente un bisturi). Negli ultimi due crimini, poi, alle ragazze fu asportato anche il seno sinistro. Un “lavoro” che solo un medico chirurgo poteva fare.
Quel che è certo è che dietro gli orribili delitti del Mostro – come scrive Giallo – c’era un “secondo livello”. Gli esecutori materiali prendevano ordini da qualcuno in cambio di denaro. Lo dimostra anche il fatto che Pacciani, ex partigiano e umile contadino, si sia ritrovato con un’enorme ricchezza. Nella sua disponibilità aveva 900 milioni di lire (circa 450 mila euro), con i quali comprò due appartamenti e riempì alcuni conti correnti postali.