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Veronica Panarello: “lucida e spietata” nell’uccidere Lorys

Nelle ultime ore, la Corte d’Assise di Appello di Catania ha depositato le motivazioni della sentenza di condanna a 30 anni di reclusione per Veronica Panarello. La donna è colpevole di aver ucciso, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina, il figlio Lorys Stival. In 174 pagine, i giudici motivano la decisione di conferma della sentenza di primo grado. La Corte sottolinea con insistenza la lucida crudeltà della donna che non premeditò il delitto, pur pianificandolo.

La Panarello ha, infatti, agito “scientemente e lucidamente, senza esitazioni di sorta, per sopprimere quella giovanissima vita da lei generata, ma ha altresì dimostrato l’assenza di qualsivoglia forma di resipiscenza subito dopo la commissione dell’orribile crimine, omettendo di attivarsi in qualche modo per salvare il figlio che era ancora in fase agonica, chiamando i soccorsi o invocando l’aiuto di altre persone a tal fine. La donna si è invece adoperata senza alcuna pietas secondo il piano poco prima prestabilito per cercare di eliminare le tracce del delitto con l’occultamento del cadavere di Lorys e addirittura simulando una violenza sessuale ai danni del bambino da parte di ignoti per depistare le indagini“.

Tale concetto, come scrive Repubblica, è ribadito anche nella discrasia delle perizie sulla durata dell’agonia di Lorys. 3-4 minuti secondo il medico legale incaricato dalla procura, Giuseppe Iuvara, e 30-90 minuti secondo il consulente Bartoloni. “La più lunga durata dell’agonia premortale dedotta dal professore Bartoloni – scrive la Corte – potrebbe rilevare, come già evidenziato dal Gup, quale ulteriore elemento per valutare negativamente la condotta della Panarello successiva alla perpetrazione del delitto, avendo avuto la stessa, consistente tempo a disposizione per intervenire e salvare la vita del bambino“. Ma non lo fece.

Conflitti familiari e l’ansia come movente dell’omicidio

Sempre secondo i giudici, il movente dell’omicidio sarebbe da collegare “a nodi conflittuali nella sfera familiare ed alle conseguenti sensazioni di profonda angoscia d’ansia della Panarello, che hanno agito come una miccia, innescando nella donna una fortissima rabbia in relazione ad un comportamento di Lorys, avvertito come pericoloso o troppo fastidioso, tale da scatenarle l’impulso di metterlo a tacere“. Quella maledetta mattina, Lorys non voleva andare a scuola e la sua resistenza avrebbe innescato il litigio con la madre. Nel frattempo, il legale della Panarello, Francesco Villardita, ha preannunciato il ricorso in Cassazione.

Veronica Panarello, la Bruzzone: “Era perfettamente lucida”

Sulle pagine del settimanale Dipiù, la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone dice la sua sul caso. “Come avevo già avuto modo di scrivere, l’esito del processo di secondo grado era ampiamente prevedibile dal momento che l’impianto accusatorio nei confronti della donna è, a dire poco, agghiacciante” esordisce l’esperta.

“Per i giudici, e a mio parere – continua la criminologa – è stata lei a uccidere il bambino ed era perfettamente lucida. Anche quando, per costruirsi un alibi verosimile, ha rimesso in moto la macchina per dirigersi al corso di cucina nel resort di Donna Fugata. Dopo avere gettato il corpo del figlio nel canalone. Da qui la conferma della sentenza di primo grado nella sua interezza. Sentenza che, a mio avviso, troverà conferma integrale anche nel terzo e ultimo grado di giudizio ancora pendente”. “Veronica ha agito in maniera lucida e spietata e la follia non ha giocato alcun ruolo in questa terribile vicenda“. L’appuntamento con i supremi giudici è sempre più vicino” conclude l’esperta.

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