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Guerrina Piscaglia: ecco perché Padre Graziano l’ha uccisa

Nel dicembre dello scorso anno, la Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha condannato Padre Gratien Alabi a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Guerrina Piscaglia. Con questa condanna, la Corte ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, che aveva inflitto una pena al religioso congolese di 27 anni. Per la giustizia, dunque, non sembrano esserci dubbi. Le sentenze di primo e secondo grado parlano chiaro: il sacerdote congolese è colpevole dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Guerrina. Il corpo della 50 enne, però, da quel maledetto maggio 2014, ancora non è stato ritrovato.

“Aveva paura di essere scoperto”

Le settanta pagine delle motivazioni sintetizzano le accuse a padre Graziano, e ricostruiscono le vicende che portarono quest’ultimo all’atroce delitto. Con il suo comportamento fatto di complimenti e attenzioni particolari e facendo leva sul suo essere un uomo di Dio, il parroco “ha fatto innamorare” Guerrina; poi l’ha “eliminata fisicamente” perché in preda alla paura di essere scoperto. Il movente (che in primo grado non era stato accertato) secondo i giudici d’appello fiorentini sarebbe stata la paura che Guerrina rivelasse fatti “scabrosi” ai superiori religiosi del sacerdote e ai carabinieri.

In primo grado i giudici non avevano descritto le modalità dell’uccisione della Piscaglia. Il giudice estensore della sentenza di condanna, Anna Maria Sacco, però, descrive la “compressione” esercitata quel primo maggio 2014 dal prete africano sulla donna, dopo il litigio nel primo pomeriggio, fino a farla morire rapidamente per asfissia.

Le tracce lo incastrano

Alabi, dal canto suo, continua a dichiararsi innocente e a negare di aver corrisposto all’infatuazione amorosa provata da Guerrina. In realtà, il sacerdote congolese avrebbe avuto rapporti sessuali con la sua parrocchiana. Esplicitamente nelle motivazioni si parla di frequentazioni di tipo sessuale fra il sacerdote  e la 50enne, dimostrate anche dalla preoccupazione di padre Graziano di portare Guerrina in ospedale per sottoporla a un test gravidanza quando lei disse di essere incinta

Per i giudici la donna era innamorata di Padre Gratien e lo aveva messo con le spalle al muro. Guerrina voleva vivere la loro storia alla luce del sole. A prova dei loro rapporti sessuali vi è anche il divano della canonica. Proprio su quel sofà i cani molecolari hanno fiutato le tracce della donna. I Ris, inoltre, esaminandolo, hanno trovato tracce di liquido seminale appartenenti al frate congolese. Inoltre all’interno della camera del prete era stato trovato un astuccio che le sorelle della vittima hanno identificato essere di Guerrina.

A dimostrazione del comportamento immorale tenuto da Padre Gratien nella sentenza i giudici fanno riferimento ai rapporti sessuali con alcune prostitute. A quest’ultime l’uomo non ha mai dichiarato di essere un prete. Per i giudici: “Era così forte e intenso quell’amore che Alabi iniziava a esserne vivamente preoccupato, in quanto la donna a volte lo minacciava che avrebbe raccontato tutto ai suoi superiori e lo avrebbe fatto arrestare dai suoi amici carabinieri. L’uomo iniziava ad avere paura”. Padre Gratien, al momento agli arresti domiciliari, è in attesa della sentenza della Corte di Cassazione.

 

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