
Lino Banfi in un’intervista rilasciata al programma di Rai Radio 2 “i lunatici“, ha parlato del Natale passato in famiglia, tra risate e buon cibo. Tuttavia gli inizi dell’amatissimo attore non sono stati dei più facili e durante l’intervista ha raccontato un episodio della sua vita che ha emozionato tutti.
L’attore ha rivelato di esseri concesso “l’abbuffata” solo la sera della Vigilia di Natale. Stando alle sue parole, si è limitato ad un bel cenone della Vigilia rispetto ai tre giorni soliti di abbuffata. Durante l’intervista, Lino Banfi ha raccontato tantissimi aneddoti legati alla sua vita, tra questi uno molto interessante: avrebbe dovuto farsi prete.
“Noi festeggiamo la vigilia, ci abbuffiamo di frutti di mare, ogni tanto abbiamo crisi d’astinenza da cozze pelose. In casa nostra si festeggia il 24 sera, il 25 è quasi una giornata di relax, si fa un brodino per digerire l’abbuffata della serata precedente. Parlo sempre poco dell’infanzia e dell’adolescenza perché non le ho avute. Nell’infanzia c’era la guerra, ero con i miei genitori in campagna per paura delle bombe. Poi, sono andato in seminario, sarei dovuto diventare prete. Ad un certo punto mi cacciarono via […]. Non avendo avuto infanzia e adolescenza, ho pochi ricordi di Natale“.
Non vi sono molti ricordi del Natale dunque, stando a quanto detto dall’amato “Nonno d’Italia”. Ma uno dei pochi Lino Banfi ha voluto raccontarlo. Aveva solo 18 anni e alla Vigilia di Natale del 1954 si trovava a Napoli.
“Era il 24 e stavo senza una lira. Ad un certo punto passò un signore, Ciro, che faceva il posteggiatore abusivo. Mi invitò a casa sua, mi disse che dove mangiano in nove mangiano anche in dieci. Aveva otto figli. Mangiammo e bevemmo tantissimo. Mi fece dormire a casa sua. La mattina mi diede anche mille lire per prendere il treno. Sono tornato qualche anno dopo a Napoli per cercarlo, ringraziarlo e dargli un regalo. Però, non l’ho più trovato. Nessuno sembrava conoscerlo e averlo mai visto. Un giorno, un mio amico cardinale mi chiese come mai continuassi a cercare questo Ciro a Napoli. Mi disse che non l’avrei trovato mai, perché quel Ciro era un angelo che scelse di salvarmi quella notte“.