Mamma suicida nel Tevere, si cercano le gemelline: il perché del folle gesto
E’ successo tutto nella giornata di ieri 20 dicembre 2018. L’allarme è scattato intorno alle 6 quando un passante ha segnalato di aver visto una donna lanciarsi nel Tevere all’altezza di ponte Testaccio. Sono scattate le verifiche dei vigili del fuoco e della polizia fluviale e qualche ora dopo è stato ritrovato il corpo all’altezza di ponte Marconi. Il marito della 38 enne, originaria di un paese vicino Isernia, si era presentato alla polizia denunciando la sua scomparsa e quella delle bambine. L’uomo, tra le lacrime, ha riconosciuto quel corpo confermando che si trattava della moglie. A spingere la mamma a compiere questo gesto estremo potrebbe essere stato il forte stress legato alla nascita prematura delle sue tre bimbe, alla morte di una di loro poco dopo il parto e al lungo ricovero in ospedale delle altre due gemelle.
Si cercano le gemelline
Proseguono senza sosta le ricerche. Di Sara e Benedetta (le due bambine di 5 mesi), infatti, non c’è traccia. Nessuno le ha viste tra le braccia della donna, nemmeno il testimone. Gli investigatori non escludono che la donna abbia potuto compiere un altro gesto estremo prima del suicidio o che magari le abbia portate con sé in quel salto nel fiume gelido all’alba di un giovedì di dicembre. Le ricerche della polizia fluviale e dei vigili del fuoco sommozzatori proseguono da ieri nelle acque del Tevere la cui corrente potrebbe aver trascinato le due gemelline verso la Magliana o l’Idroscalo di Ostia. Nel frattempo la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio-suicidio: le speranze di trovare le due piccole ancora in vita sono davvero poche.
Il dolore di Francesco
Un gesto improvviso e inaspettato quello di Pina. Tanto che Francesco, il marito della donna e padre delle bambine, ancora fatica a credere. “Sembrava che andasse tutto bene – ripete agli inquirenti – non avevo capito che mia moglie soffriva, non riesco a darmi pace. Mia moglie era solo molto preoccupata per la salute delle bambine, ma non ricordo una frase, un atteggiamento che potesse far pensare a un gesto simile“. E così famiglia e amici che fanno fatica ad accettare quanto successo: “Sono una famiglia unita, lo sono stati sempre. È una tragedia per tutti“.