“Tre settimane fa Olindo e Rosa – dice Fabio Schembri, avvocato dei due coniugi – hanno depositato una denuncia, agli uffici matricola delle carceri di Opera e Bollate. Ci auguriamo che l’autorità giudiziaria comasca faccia chiarezza e accerti le responsabilità”. La denuncia in questione riguarda la distruzione di alcuni reperti della scena del crimine, avvenuta lo scorso luglio su disposizione dell’ufficio corpi di reato. Sulla vicenda ora sono intervenuti gli ispettori del Ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede. Proprio in quei reperti, secondo i legali della coppia di ergastolani, ci sarebbe la verità sul massacro della famiglia Castagna e di due vicini. Gli atti potrebbero essere stati trasmessi dalla Procura di Como, a cui è stata affidata la denuncia, a quella di Brescia, a cui spetterebbe di indagare sui magistrati di Como.
I nuovi accertamenti, autorizzati dalla Cassazione su richiesta degli avvocati di Olindo e Rosa, si baseranno sui frammenti dei reperti recuperati dopo la distruzione delle prove. Si tratta di un accendino trovato sul luogo del crimine, 19 mozziconi di sigaretta; una tenda; un mazzo di chiavi; tre giubbotti e alcune formazioni pilifere rinvenute sugli abiti del piccolo Youssef.
L’ispezione avviata dal Ministero della Giustizia
Risale a qualche giorno fa la richiesta del Ministro della Giustizia alla Procura di Como. Alfonso Bonafede ha infatti richiesto l’acquisizione degli atti relativi alla Strage di Erba. Il ministro sembrerebbe avere qualche perplessità su alcuni aspetti dell’indagine e sull’istruttoria. Ragion per cui ha avviato una ispezione e ha chiesto alla Procura di Como di trasmettere tutte le carte dell’inchiesta a Roma.
Strage di Erba, i Castagna: “Olindo e Rosa colpevoli, il resto è fango”
In questo “clima”, ha preso il via il 16 dicembre 2018 la nuova stagione di Storie Maledette. Nel cuore ferito della strage di Erba, il titolo della puntata. Ospiti in studio per essere intervistati da Franca Leosini i fratelli Pietro e Beppe Castagna. Questi ultimi, nel terribile massacro di Via Diaz, persero la madre Paola Galli, la sorella Raffaella e il nipotino Youssef. Il focus della trasmissione sulla strage di Erba si era reso in necessario, per la Leosini, dopo alcune recenti inchieste. Inchieste televisive che hanno tentato di ribaltare la decisione di 26 giudici che in 3 gradi di giudizio hanno condannato Rosa e Olindo come colpevoli del massacro dell’11 dicembre 2006.
“Siamo sopravvissuti ai nostri cari, purtroppo, ma non ci aspettavamo un simile accanimento contro di noi. Dopo che le nostre vite sono state mutilate, il fango” affermano i Castagna in studio. Pietro e Beppe, infatti, pur essendo stati riconosciuti da tre sentenze come vittime, oggi sono finiti nel mirino della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, che hanno recentemente chiesto la revisione del processo che li ha condannati all’ergastolo come assassini.
“Alcuni hanno parlato della nostra tragedia come di una partita di calcio e dei colpevoli come se fossero in nomination per il Grande Fratello – dichiara Beppe – come se si potesse dire tutto e il contrario di tutto e poi bruciarlo in pochi secondi”. “Nostro padre (Carlo Castagna, morto pochi mesi fa) ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita in un clima di amarezza e dolore. Ho perdonato Olindo e Rosa – diceva sempre – ma, loro sono i colpevoli, non esiste altro. Tutto il resto è fango“. Beppe poi conclude: “Noi siamo certi che siano stati loro, non ci saremmo mai accontentati di un capro espiatorio“.