Il 17 dicembre 2018, il gip di Lecce Vincenzo Brancato ha disposto nuove indagini per Biagio Marzo e Rocchetta Rizzelli, i genitori di Lucio Marzo. Quest’ultimo è attualmente in carcere, dopo la condanna a 18 anni per l’omicidio della fidanzata Noemi Durini. “Ipotizzabile il coinvolgimento degli indagati nei reati di omicidio della minore e di soppressione di cadavere” scrive il gip nell’ordinanza. Brancato ha così rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore della procura di Lecce Donatina Buffelli.
Disposti altri quattro mesi di indagini
A carico dei coniugi, sono stati disposti quattro ulteriori mesi di indagini. L’ipotesi, avallata dai genitori della vittima, è che Biagio e Rocchetta possano in qualche modo avere aiutato il figlio dopo il delitto, nella fase di occultamento del cadavere e della ripulitura dell’auto usata dal 17 enne all’epoca dei fatti prima e dopo il crimine, e sulla quale era salita la povera Noemi. Alla richiesta di archiviazione del pm si erano infatti opposti i genitori della giovane vittima.
Nello stesso provvedimento, il gip ha ordinato che la pm proceda all’acquisizione del traffico telematico dei cellulari di Noemi, di Lucio e dei genitori di quest’ultimo; che vengano acquisite le immagini degli impianti di sorveglianza che hanno inquadrato la vettura della famiglia Marzo; che vengano cercati e sequestrati ulteriori massi usati per seppellire il cadavere, al fine di verificare se vi siano tracce biologiche degli indagati; e infine ordina di effettuare accertamenti biomolecolari sugli indumenti della vittima, al fine di cercare tracce biologiche dei genitori del fidanzato. Per il giudice, a quanto pare, il caso non è assolutamente chiuso. Archiviata invece la posizione di Fausto Nicolì, il meccanico 50 enne di Patù chiamato in causa da Lucio, che inizialmente lo accusò dell’omicidio di Noemi, di cui era amico.
Noemi aveva scoperto un giro di droga?
A parlare del caso era stata anche la trasmissione Quarto Grado. Alle telecamere di Gianluigi Nuzzi era intervenuta recentemente la signora Imma, madre della sedicenne. “Voglio giustizia per Noemi, sono fiduciosa. Deve riposare in pace”. Nel corso del programma di Rete 4 si era parlato proprio dell’ipotesi legata al giro di droga. Era venuto fuori che il risentimento nei confronti di Noemi fosse dovuto al fatto che la ragazza aveva scoperto un giro illegale di sostanze e aveva bruciato un quantitativo considerevole all’interno di un nascondiglio.
La reazione dei genitori di Lucio non si era fatta attendere. “Non abbiamo paura della verità. Se indagano è meglio…” aveva commentato la madre. “Sono indignato per quello che ho sentito. Devono smetterla di gettare fango sulla mia famiglia“le parole del padre di Lucio. Alle loro esternazioni, la signora Imma replica aveva replicato con fermezza: “Non voglio comunicare con questi soggetti. La paura non appartiene a me ma a chi commette degli orrori”.
Caso Noemi Durini: come è stata uccisa la sedicenne
L’autopsia sul cadavere ha rivelato che la ragazza è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. I medici legali hanno riscontrato sul cadavere della sedicenne “lesioni contusive multiple da picchiamento al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e collo”. Lucio Marzo avrebbe usato un coltello da cucina. E’ stato lo stesso giovane reo confesso a disegnarlo agli inquirenti su un foglio di carta, durante un interrogatorio.