Inizia oggi il processo a don Paolo Glaentzer, il sacerdote accusato di violenza sessuale su una bimba di 9 anni. Era il 23 luglio quando, a Calenzano, un passante sorprese il sacerdote in auto con la piccola. Il processo si terrà a porte chiuse al secondo piano del palazzo di giustizia di Prato.
Don Glaentzer, parroco di una chiesa in provincia di Firenze, è arrivato in tribunale a bordo di un furgone della polizia penitenziaria che lo aveva prelevato dalla sua abitazione a Bagni di Lucca, dove è agli arresti domiciliari. La difesa di Glaentzer, come riportato da La Nazione, aveva chiesto una perizia psichiatrica per l’imputato con l’obiettivo di dimostrare l’incapacità di intendere e volere del sacerdote. Ma il giudice per l’udienza preliminare del processo con rito abbreviato, Costanza Comunale, ha respinto questa richiesta. Invece ha accolto la tesi del pm Laura Canovai e dell’avvocato che tutela la bimba, Olivia Nati.
“La famiglia non è complice”
Il processo a carico del parroco proseguirà a marzo, con rito abbreviato. Si sono costituiti parte civile, oltre ai genitori della bambina, il Comune di Calenzano e la curia arcivescovile di Firenze. Intanto nelle scorse settimane gli avvocati che assistono i genitori della bambina molestata hanno chiesto che venga “riconosciuta la genitorialità e che siano considerati vittime di quanto accaduto” e che sia dato loro il diritto di visita ai bambini. “La famiglia è stata condannata dall’opinione pubblica prima di qualsiasi processo. È stata di fatto additata come complice del sacerdote. Vogliamo dire che non è così”. Gli avvocati hanno parlato di fragilità che “probabilmente hanno reso difficile capire cosa stesse succedendo. Ma questo non significa che i genitori siano complici”.
Al momento infatti i bambini della coppia sono affidati a strutture protette, mentre il fratello maggiorenne è rimasto con i genitori. Come scrive La Nazione, fin dall’inizio della terribile vicenda, i riflettori si erano accesi sulla famiglia della piccola: una famiglia disagiata, con problemi anche economici, seguita dai servizi sociali.
Un via vai “sospetto”
Dopo l’arresto del sacerdote, la procura di Prato ha sentito diversi testimoni, persone che nell’imminenza del fatto avevano raccontato a giornali e tv di quello strano via vai intorno alla casa della ragazzina. Un via vai “sospetto” notato da conoscenti e vicini anche prima che il parroco venisse trovato in auto con la bambina. Il padre della piccola sostiene di non essere stato a conoscenza di quello che accadeva e di non essersi mai accorto che il parroco, da sempre presente in casa sua, avesse molestato la sua bambina. Le indagini ora puntano ad accertare se ci siano stati altri episodi simili a danno della ragazzina da parte di altri adulti. Un quadro reso ancora più fosco per l’omertà di chi aveva sostenuto di aver visto altri uomini girare intorno alla casa della bambina.