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Jessica Valentina Faoro: la telefonata scioccante spiazza tutti

A Quarto Grado si è tornati a parlare di Jessica Valentina Faoro. Per l’omicidio della giovane, è stato condannato all’ergastolo il tranviere Alessandro Garlaschi. La sentenza è stata emessa lo scorso 14 dicembre dal gup di Milano con rito abbreviato. Jessica Valentina, 19 enne, era ospite nell’abitazione di Garlaschi in via Brioschi a Milano. Il 7 febbraio 2018 fu uccisa con 85 coltellate. L’uomo poi diede alle fiamme il cadavere della povera ragazza per cercare di infilarlo in due borsoni. Garlaschi è stato condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno, oltre che per omicidio, anche per vilipendio di cadavere in quanto ha bruciato parti del corpo della giovane, e per sostituzione di persona, in quanto ha sempre fatto credere a Jessica che sua moglie fosse sua sorella.

Jessica è morta giovanissima. Una vita difficile la sua, cresciuta in una comunità. La ragazza aveva chiesto ospitalità al tranviere e a sua moglie, ma in un primo tempo si era allontanata perché lui le aveva fatto delle avances. Poi però era tornata. Approfittando dell’assenza della moglie, Garlaschi tentò nuovi approcci. Poi il tragico epilogo.

La richiesta di aiuto di Jessica

A far discutere ora è una telefonata, finita negli atti del processo, che la stessa 19 enne ha fatto alle forze dell’ordine, qualche giorno prima che venisse uccisa. Una richiesta di aiuto della giovane, mandata in onda durante la trasmissione di Rete 4. “Mi chiamo Jessica, mi servirebbe una pattuglia” esordisce la ragazza, parlando con l’operatore del 112. Alla domanda di cosa fosse successo, Jessica risponde: “E’ da un paio di giorni che sono ospite da un amico. Lui ha iniziato a chiedermi di fare giochi erotici e ha cercato di mettermi le mani addosso stasera. Io ho preso e sono uscita ma c’è tutta la mia roba in casa ma io da sola non entro perché quando sono entrata, lui ha spento le luci e mi ha messo paura. Sono dovuta scappare“. La 19 enne ha anche riferito di aver bisogno di un’ambulanza perché si sentiva mancare. 

Le reazioni alla sentenza

Al momento della sentenza Garlaschi era in aula: invece di rendere dichiarazioni spontanee è stato muto. La sua presenza ha provocato molta tensione al punto che la madre di Jessica, Annamaria Natella, non ha retto è si è allontanata dall’aula per poi ritornare quando è stato riportato a San Vittore. Andrea, il fratello, da poco diciottenne, ha assistito al processo e alla lettura della sentenza in lacrime. Quindi è uscito e ha sfogato la propria rabbia dando un pugno sul muro. Ai genitori della vittima sono stati riconosciuti 25mila euro ciascuno e 50mila per Andrea.

“Sono felice, di più non si poteva dare, auguro a Garlaschi un felice soggiorno nella sua nuova residenza” ha dichiarato Stefano Faoro, padre di Jessica. “Non lo odio – ha aggiunto Faoro – provo indifferenza per lui, è un uomo inutile, è un omuncolo“. E ancora: “Questa sentenza non mi ridarà mia figlia, non mi ridarà un futuro”. Parole ribadite con commozione dalla madre della giovane: “Tutti aspettavamo questo ergastolo, ma nessuno ci ridarà indietro Jessica“.

 

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