Per l’omicidio di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa il 13 gennaio 2016 e rinvenuta un mese dopo cadavere in una discarica a Rivara, sono state confermate le condanne emesse in primo grado su Gabriele Defilippi e Roberto Obert. Defilippi dovrà scontare 30 anni di reclusione mentre Obert, nello specifico, 18 anni e 9 mesi (ridotta dunque di poco la pena iniziale di 19 anni). E’ quanto deciso oggi 14 dicembre 2018 dai giudici della Corte d’Assise d’Appello.
L’udienza del 12 dicembre 2018
Defilippi e Obert erano già stati condannati in primo grado con rito abbreviato rispettivamente a 30 anni e 19 anni di reclusione. Nell’udienza del 12 dicembre 2018, la procura generale di Torino rappresentata dal pm Sabina Noce aveva chiesto ai giudici dell’Appello di confermare le condanne. La pubblica accusa aveva parlato per oltre un’ora e mezza, ripercorrendo le fasi della truffa ai danni della vittima, culminata poi nel suo delitto. La pm Noce aveva concluso sostenendo “che le motivazioni del primo grado che avevano portato alle sentenze sono fatte bene e sono sufficienti per chiedere una conferma delle condanne“. Ad intervenire nel corso dell’udienza era stato anche il legale Stefano Caniglia, difensore della famiglia Rosboch. L’avvocato aveva chiesto un risarcimento danni solo a Defilippi (Obert aveva già provveduto a risarcire). Il difensore di Obert, Celere Spaziante, aveva invece chiesto una riduzione di pena per il suo assistito.
Le scuse di Defilippi ai familiari di Gloria Rosboch
Gabriele è detenuto nel carcere di Torino ma almeno esteriormente sembra essere un’altra persona. Il suo aspetto è decisamente più curato, ha ripreso qualche chilo e soprattutto ha deciso di iniziare a studiare, iscrivendosi alla facoltà di Scienze Politiche. Una nuova vita, dunque, ma un passato che non può facilmente rimuovere.
“Voglio chiedere scusa alla famiglia Rosboch per il male che gli ho fatto. Ogni giorno ci penso. E voglio cambiare anche per loro: studiare mi dà questa opportunità. Lo farò anche per loro” è quanto affermato da Defilippi e riportato su La Stampa. Le sue scuse Gabriele le ha pronunciate a margine dell’incontro che si è svolto nel carcere Lo Russo e Cotugno dov’è detenuto. “Oggi non posso neanche pensare di guardare il prossimo con l’intento di fargli del male. Cosa che invece, prima di questa tragedia mi veniva quasi spontanea. Era la mia natura“, ha dichiarato.
Il pensiero del giovane detenuto va spesso ai genitori di Gloria: “Le scuse sono rivolte sempre ai famigliari della professoressa“, dice. Ma non c’è mai la parola perdono. Il giovane parlando del carcere lo definisce “proprio quello di cui avevo bisogno. Mi sono trovato di fronte a un bivio. Ho pensato: la faccio finita oppure do una svolta alla mia vita? Ho scelto la seconda ipotesi. Fuori da qui c’era quel Gabriele che aveva l’esigenza di essere sempre diverso. Qui sono diventato me stesso“. Gabriele si dice speranzoso per il futuro. La sua famiglia è tornata a stargli vicino e si augura, una volta scontata la sua condanna, “di poter avere pure io un futuro migliore. E soprattutto pulito“.