A La Vita in Diretta si è tornati a parlare dell’omicidio di Elena Ceste. Per la morte della donna di Costigliole d’Asti è stato condannato, in terzo grado, a 30 anni di reclusione il marito Michele Buoninconti. Recentemente, sono state rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione. Per i giudici della Suprema Corte, non vi è alcun dubbio: “La colpevolezza di Buoninconti è l’unica possibile lettura da dare allo svolgimento dei fatti“. L’ex vigile del fuoco premeditò il delitto a causa dell’ “infedeltà” della coniuge. Per la Cassazione, “i tempi strettissimi in cui l’imputato commise il delitto e poi occultò il cadavere, compatibilmente con il falso alibi già predisposto, comportarono una serie di azioni ben studiate, così da poter essere eseguite in continuità secondo una cadenza sul filo dei minuti”.
In collegamento con la trasmissione di Rai 1 per commentare la decisione dei giudici, la madre e la cugina di Elena. A quest’ultima, il conduttore Tiberio Timperi ha chiesto cosa della versione fornita da Buoninconti non abbia mai convinto la famiglia. “Cosa non convinceva? Non convinceva che Elena avesse voluto lasciare i suoi bambini, che Elena avesse deciso di andarsene” commenta la cugina, che poi continua: “Non mi convinceva il fatto che poteva essersi allontanata da quella casa nuda. Com’è possibile che in una zona dove vi sono delle abitazioni, vi è un passaggio di persone, soprattutto a quell’ora, nessuno potesse aver visto una persona che si era allontanata nuda con il freddo, che stava camminando sul bordo della strada? Questo assolutamente non mi convinceva”. La donna poi conclude: “E poi Elena senza i suoi occhiali, non si sarebbe mai allontanata perché non riusciva a vedere bene e quindi…”.
Il movente dell’omicidio
Era il 24 gennaio del 2014 quando Elena Ceste è scomparsa nel nulla. Aveva soltanto 37 anni ed era sposata da più di 15 anni con Michele Buoninconti. Insieme avevano costruito una famiglia composta da ben quattro figli, ma il loro rapporto, purtroppo, non era tutto rose e fiori. Dopo diversi mesi dalla scomparsa, precisamente il 18 ottobre del 2014, venne trovato il corpo privo di vita della donna nelle acque del Rio Mersa, nelle campagne di Asti, a circa un chilometro dalla sua abitazione a Costigliole d’Asti.
Ma perché Michele ha ucciso Elena? Secondo l’accusa, Buoninconti nel commettere un atto così brutale è stato animato “dal più atavico dei sentimenti maschili: una sete di dominio unita ad un malinteso senso dell’onore“. Aveva “l’esigenza di affermare il proprio dominio unitamente a un sentimento di vendetta di fronte a tradimenti comprovati”. Si è trattato di “chiara e premedita volontà omicida e di una evidente volontà di depistare da sé i sospetti e sviare le indagini”. Secondo la procura non meritava sconti di pena un uomo definito lucido e freddo, ma con “palesi contraddizioni del suo narrato”.
Elena Ceste, i genitori: “Non potremo mai perdonare Michele Buoninconti”
“Non potrei mai perdonare una cosa così però vorrei sapere la verità. Deve confessare” dice Lucia Reggio, madre di Elena a Quarto Grado. “L’unica cosa che mi ha fatto tanto male, essendo mamma, è che lui a mia figlia l’ha giudicata come una donna di strada” afferma la signora Lucia che poi aggiunge: “La nostra sofferenza è grande, perché non ha pensato ai suoi quattro figli. Gli ha tolto la mamma negli anni più belli. Adesso avrebbero avuto bisogno di una famiglia unita, di mamma e di papà…se fosse stato un bravo papà”. I due coniugi affermano anche che i nipoti non ne vogliono sapere del padre, non hanno mai fatto nessuna domanda.