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Cose da Vip

Omicidio Sarah Scazzi: ecco le quattro piste mai seguite

Sono passati 8 anni dall’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010. Per la morte della ragazza sono condannate all’ergastolo la cugina, Sabrina Misseri, e la zia, Cosima Serrano. Nonostante la giustizia abbia messo la parola fine a questa vicenda, da qualche settimana il giornalista Francesco Bonazzi di Panorama sta portando avanti un’inchiesta sul caso. Dopo i dubbi relativi all’autopsia sul corpo della ragazza, il mistero delle feste al mare e l’elevata assunzione di psicofarmaci di Zio Michele, Bonazzi parla ora di alcune piste abbandonate dagli inquirenti.

Le prime due piste “abbandonate”

La prima riguarda un’improvvisa attività telefonica di Michele Misseri poche ore prima della scomparsa di Sarah. Una serie di chiamate con il fratello Carmine e il nipote Cosimo, pregiudicato. L’esame del tabulato del suo cellulare nelle giornate del 24 e del 25 agosto di otto anni fa, ovvero alla vigilia della scomparsa di Sarah, ci consegna un dato coerente con il personaggio. Zero telefonate e zero sms, a parte una comunicazione ricevuta da Vodafone. Invece, il 26 agosto 2010, sul suo cellulare inizia un vorticoso traffico di chiamate. Ben prima che Sabrina, che con un’amica aspetta la cuginetta per andare al mare alle 14.30, lanci l’allarme.

La seconda pista “abbandonata” riguarda alcune dichiarazioni fornite dalla vicina di casa Anna Lucia Morleo. La donna parlò all’epoca di uomini che frequentavano ogni giorno il garage di casa Misseri, tra cui Cosimo. A detta della Morleo, queste persone erano solite andarsene o zittirsi quando nel garage sopraggiungeva un estraneo. Costoro scompaiono dalla scena della villetta di Avetrana due giorni prima del ritrovamento del cellulare di Sarah, avvenuto il 29 settembre. L’attendibilità del racconto della vicina è stata, però, delegittimata dall’inchiesta per falsa testimonianza. Un’inchiesta della Procura di Taranto nei confronti suoi e di altri testimoni che hanno reso dichiarazioni favorevoli a Sabrina Misseri durante il giudizio di primo grado.

Il “sogno” e l’orario del delitto

Il giornalista Bonazzi parla poi di una terza anomalia, relativa al racconto del fioraio Giovanni Buccolieri. Quest’ultimo, prima accusa Sabrina e la madre Cosima di avere rapito e ucciso Sarah, ma subito dopo si pente e spiega che le ha solo sognate. Per questo viene imputato (e solo nel 2017 condannato) per false dichiarazioni. Ma tiene duro, non ritratta e, come racconta la giornalista Maria Corbi sulla Stampa del 27 luglio 2015, anche nel processo d’appello conferma: “Io non voglio andare all’inferno per aver fatto condannare due innocenti“. 

La quarta pista riguarda, infine, l’ora del delitto. I pm fissano l’orario dell’omicidio alle 13.30 (orario che “salva” Michele), nonostante una serie di testimoni sostenga di aver visto Sarah tra le 14 e le 16. L’anticipo degli orari, che scagionerà Zio Michele e manderà all’ergastolo Cosima e Sabrina, si deve fondamentalmente al supertestimone dei pm, Antonio Petarra. Il quale, a detta del giornalista di Panorama, all’inizio mette a verbale una versione completamente diversa e con orari spostati sul primo pomeriggio.

Il movente dell’omicidio

Come già scritto, la giustizia ha messo la parola fine al Delitto di Avetrana. Per i giudici della Suprema Corte ad uccidere Sarah Scazzi sono state la cugina Sabrina e la zia Cosima. Il movente? Come scritto nella sentenza,  si celerebbe dietro l’amicizia tra le due cugine  e Ivano Russo. I giudici di Piazza Cavour,  hanno fatto riferimento al “al sentimento anomalo, vicino all’ossessione” che Sabrina aveva per Ivano Russo il quale aveva rifiutato “un rapporto sessuale” con la Misseri. L’episodio, venuto a conoscenza della cerchia di amici, era stato riferito da Sarah a sua madre e a suo fratello. Non solo la gelosia di Sabrina verso Sarah – con la quale Ivano intratteneva rapporti cordiali – ma anche il timore per il diffondersi di una cattiva reputazione nella congerie di sentimenti che armarono i propositi omicidi di madre e figlia.

 

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