
Eʼ purtroppo ormai diventata una triste tradizione nella tradizione. L’albero di Natale allestito in Galleria Umberto I a Napoli è stato rubato ancora una volta, ma per fortuna ritrovato. La pianta è stata recuperata, dopo essere stata tagliata di netto e trascinata dai ladri in strada. L’albero è stato poi assicurato a un palo, come se i ladri avessero voluto evitare che qualcuno lo portasse via. Negli anni passati a compiere il furto erano state baby gang, con l’intento di alimentare il tradizionale falò di Sant’Antonio Abate.
L’albero, per alcune notti, è stato vigilato da ronde di volontari che però giovedì notte non avevano avuto la possibilità di presidiare la zona. Da tempo commercianti e residenti denunciano lo stato di abbandono della Galleria, che di notte diventa una sorta di campo di calcio per alcuni ragazzi e dormitorio per numerosi senza tetto.
Cosa è successo all’albero di Natale
Sull’albero c’erano ancora diversi dei biglietti che vengono collocati da napoletani e turisti e sui quali ci sono le richieste per Babbo Natale. Questa volta però “Rubacchio” è stato ritrovato dai carabinieri in in via Santa Maria Ognibene, nei vicini Quartieri Spagnoli. I ladri hanno trascinato l’albero con delle corde e un motorino e l’abete è stato poi legato ad un paletto di ferro, forse per evitare che qualcuno lo portasse via. L’albero infatti che era stato tagliato alla base, era stato trascinato con delle corde da un motorino e posizionato momentaneamente in strada.
L’albero è stato letteralmente tagliato e portato via. Ormai è un copione che si ripete da anni. E questo 2018 è durato meno di tre giorni. Il tronco risulta tagliato di netto: opera, probabilmente di alcune bande di vandali, che collezionano in questo periodo quanti più fusti di legno, in vista del grande “fucarone” del prossimo 17 gennaio, nei Quartieri Spagnoli, in onore di Sant’Antonio. Proprio oggi alle 16, nella Galleria Umberto, è prevista l’accensione di “Pyramid”, installazione artistica a forma di albero di Natale e composta da materiale di scarto, per il progetto “Eden”.