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Delitto di Perugia: ecco come è stata uccisa Meredith Kercher

Sono passati 11 anni da quando, Meredith Kercher venne uccisa nella casa di via della Pergola a Perugia. Era il 1° novembre 2007. La studentessa inglese, in Italia con il programma Erasmus, viveva lì con le sue coinquiline da poco più di un mese. Accoltellata alla gola, coperta con un piumone, alla ragazza vennero rubate carte di credito, telefoni cellulari e 300 euro nella borsetta. La porta della camera da letto dove si consumò il delitto, chiusa a chiave, venne aperta solo il giorno successivo. Il delitto di Perugia , così chiamato, ebbe una notevole risonanza mediatica, anche a livello internazionale. Il caso fu al centro di una complessa vicenda giudiziaria che si concluse con la condanna a 16 anni di Rudy Guede e la definitiva assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

La ricostruzione dell’omicidio

Dal primo esame dell’autopsia, il patologo Luca Lalli stabilì che la morte era “intervenuta a distanza di non più di 2-3 ore dall’ultimo pasto“. Ciò a causa dell’emorragia carotidea o del successivo soffocamento causato dal sangue, il tutto in seguito a circa 47 coltellate subite. Sulla base di alcune testimonianze, Meredith avrebbe cenato tra le 17:30 e le 18:00 per terminare non oltre le 19:30. L’ora della morte viene inizialmente stabilita tra le 21:00 e mezzanotte circa (alle ore 23:00-23:30 circa una vicina riferisce di aver sentito un urlo).

Per la sentenza del 2009, il delitto avvenne tra le 23 e le 2 di notte (fissando le 23:15 come ora più probabile), mentre secondo la ricostruzione della difesa, accolta dalla prima sentenza d’appello (2011), la morte sarebbe invece da collocare tra le 21:30 e le 22:30, preferibilmente intorno alle 22:15. Secondo la sentenza del 2014, il delitto avvenne tra le 22:30 e le 23:30 circa: risulterà determinante la circostanza, in quanto potrà rendere valido l’alibi della presenza al computer di Sollecito e la presenza dei due giovani (da essi però negata) in piazza Grimana durante l’omicidio (secondo le sentenze di condanna, tra le 21:30 e le 23:30).

Pur essendo la piazza molto vicina, la sentenza di condanna del 2014 finì per favorire la tesi innocentista, in quanto, eliminando il riferimento alla mezzanotte e alle 2 di notte, rendeva difficile la consumazione dell’omicidio, che sarebbe stato effettuato in una manciata di minuti.

Il movente

In principio fu il movente sessuale. La prima sentenza di condanna, emessa a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito individuava in un un gioco erotico finito male il motivo dell’omicidio di Meredith Kercher. In conclusione del processo, i giudici di Firenze individuarono il movente non un “gioco erotico” di gruppo poi “sfuggito di mano”, come ipotizzò anche la Cassazione, ma una “progressiva aggressività” innescata da una lite, sfociata in una violenza sessuale e conclusa con un omicidio, perché la vittima “doveva essere messa in condizione di non denunciare“. 

La Corte d’Assise d’Appello di Firenze scrisse infatti nelle sue motivazioni che “la sera dell’omicidio Amanda Knox fece entrare nel’appartamento Rudy Hermann Guede, che la vittima conosceva, ma con il quale non risulta avesse mai intrattenuto rapporti che non fossero del tutto formali. Rudy Hermann Guede sicuramente tenne un comportamento poco urbano all’interno dell’abitazione, comportamento certamente idoneo a infastidire non poco Meredith, la quale probabilmente si era anche accorta della sparizione del denaro riposto nella sua camera e che costituiva la sua quota per il pagamento dell’affitto”.

“Le due circostanze – scrivono ancora i giudici – potrebbero quindi aver costituito effettivamente un valido motivo per Meredith Kercher, la quale non aveva in simpatia l’imputata, per chiedere a quest’ultima spiegazioni in maniera pressante”. “Ad un certo punto dell’aggressione – è ancora la corte fiorentina – si era andati troppo oltre. Meredith Kercher doveva essere messa in condizione di non denunciare l’aggressione subita”. E’ anche per questo, per i giudici fiorentini che Meredith venne uccisa. 

 

 

 

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