“Assassino, mostro”. Così una quarantina di manifestanti, molti provenienti da Roma, hanno gridato ieri contro Innocent Oseghale al suo arrivo al Tribunale di Macerata. I manifestanti hanno esposto anche degli striscioni davanti al Palazzo di Giustizia. Lo spacciatore nigeriano deve rispondere di omicidio e di vilipendio di cadavere, ma la Procura di Macerata lo accusa anche di violenza sessuale. Oseghale ha ammesso di avere fatto a pezzi il corpo della ragazza, ma non di averla uccisa. Nella sua versione, Pamela sarebbe morta dopo avere assunto eroina in casa sua, in via Spalato a Macerata. Qui la ragazza era arrivata dopo essersi allontanata da un comunità di Corridonia per tossicodipendenti.
Quello che è certo è che se Innocent Oseghale verrà condannato, non godrà di alcuno sconto di pena. Il giudice dell’udienza preliminare di Macerata ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionato avanzata dalla difesa di Oseghale, che gli avrebbe consentito di avere una condanna ridotta di un terzo. Il processo al nigeriano, che al momento resta l’unico imputato del delitto della diciottenne romana, si celebrerà dunque in Corte d’assise con il rito ordinario a partire dal prossimo 13 febbraio.
“Spiace che non sia stata accolta la richiesta di rito abbreviato, concordata con la difesa, perché quello in Assise sarà un processo che si protrarrà nel tempo, con 50 testimoni da sentire“. È il commento del procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio. “Faremo di tutto per ridurre il procedimento al tempo strettamente necessario – ha aggiunto – mediante un ‘patteggiamento’ sulle prove, dando spazio al giusto contraddittorio con la partecipazione di consulenti e periti”.
Nel corso dell’udienza, Oseghale ha anche letto una lettera di scuse alla famiglia della ragazza. “Mi scuso con la famiglia e con gli italiani per quello che ho fatto, ma Pamela non l’ho uccisa io e spero che mi venga data una seconda opportunità“. Dura la replica di Alessandra Verni, la mamma di Pamela che per la prima volta si è trovata faccia a faccia con l’uomo accusato di aver ucciso la figlia: “Ho incontrato lo sguardo di Oseghale e lui ha abbassato gli occhi. Le sue scuse per me sono una presa in giro. Mi sono trattenuta“.
“Speravo che nessuno avesse mai più dovuto provare l’orrore che mi porto addosso dal 30 gennaio scorso e che mi accompagnerà ogni giorno della mia vita, che vita più non è. Invece è accaduto di nuovo. Desirée come la mia Pamela: due ragazzine che si affacciano alla vita con un bagaglio di fragilità troppo pesante per loro ed invece negate alla vita nel modo più brutale” esordisce la donna.
“La loro breve storia terrena mi sembra sia stata stravolta e mistificata – prosegue la Verni riferendosi sia alla figlia Pamela, sia a Desirée –. L’attenzione sta rischiando di essere spostata. Da vittime innocenti di istinti bestiali e feroci a strumenti di ideologie e pensieri distorti. Troppe volte ho letto e sentito dire però Pamela era una tossica, dov’era la famiglia? No, questo non lo accetto“.
Il mondo della televisione italiana si prepara a un cambiamento significativo con lo spostamento di… Read More
Chiara Iezzi racconta il riavvicinamento con la sorella Paola dopo anni di conflitto, la sua… Read More
Belen Rodriguez ha nuovamente catturato l'attenzione del pubblico, non solo per i suoi progetti lavorativi,… Read More
La giornata del 28 marzo 2025 porta introspezione e comunicazione autentica, con la Luna in… Read More
Chiara Ferragni parla di relazioni tossiche, enfatizzando l'importanza dell'autovalutazione e del rispetto, e incoraggia le… Read More
Il mercato del lavoro subisce cambiamenti profondi a causa di crisi economica, globalizzazione e tecnologia,… Read More