
Ivan Cattaneo, amatissimo artista al top del successo negli anni ’70 e ’80, è stato uno dei coinquilini più amati della casa del Grande Fratello Vip 3. Il cantautore ha fatto molto divertire il pubblico a casa, ma ha dovuto abbandonare il reality di Canale 5 ad un passo dalla semifinale.
Terminata la sua esperienza nella casa più spiata d’Italia, il cantante si è sottoposto al format digitale “Obbligo o Verità” che il GF Vip sta proponendo agli ex concorrenti. Ivan ha così svelato qualche retroscena divertente (e anche piccante) del suo passato. Tra questi, il flirt con un “calciatore famosissimo” e un’imbarazzante gaffe con il collega Albano Carrisi.
Le rivelazioni di Ivan Cattaneo
“Ho un ex famossissimo negli anni 80, un calciatore… Diceva che gli ricordavo Liza Minnelli“, ha confidato Cattaneo che pperò non ha svelato nulla sull’identità del giocatore in questione, che resta dunque super top secret. Il cantante ha però precisato soltanto che è ancora un calciatore famoso e che “si vede ancora in giro”. Infine Ivan ha anche confessato un episodio imbarazzante avvenuto in passato che ha visto protagonista Albano Carrisi, l’amatissimo cantante di Cellino San Marco, ex marito di Romina Power.
L’artista ha poi svelato un aneddoto imbarazzante che ha avuto come protagonista Al Bano. A lui, con cui collaborava per questioni professionali, Cattaneo una volta inviò un messaggio piuttosto hot per errore. “Nel telefonino ho uno che si chiama Albino e ho sbagliato”, ha raccontato Cattaneo: “Al Bano mi chiamò e mi chiese ‘Ma che messaggio mi hai mandato? Mi hai scritto ‘Scop**mo stasera?’ Sono andato a controllare… Ho scambiato Albino con Al Bano. Volevo sotterrarmi vivo dalla vergogna”.
Ivan Cattaneo racconta il suo dramma in diretta: “Sono stato in un ospedale psichiatrico”
Ivan Cattaneo, ospite nella puntata di Verissimo, ha raccontato a Silvia Toffanin, il dramma che lo ha afflitto da bambino, e tra le lacrime confessa: “Sono stato in un ospedale psichiatrico“. Uno degli ultimi esclusi dalla casa del Grande Fratello Vip, Ivan Cattaneo, è stato ospite della trasmissione Verissimo, nella puntata che andrà in onda il prossimo 24 novembre, su Canale 5. Nel salotto della Toffanin, il cantante non riesce a trattenere le lacrime. Tra la commozione, che pervade lo studio, racconta uno deiperiodi più difficili della sua vita: quello in cui ha scoperto di essere omossessuale.
Senza molti freni, Ivan Cattaneo, spronato dagli occhi comprensivi della conduttrice, racconta la sua adolescenza. Il cantante confessa a cuore aperto: “A 13 anni mi ero innamorato di un ragazzo, ma all’epoca avevo letto sui giornali che questi omosessuali, definiti ‘mostri’. Per innamorarsi e curare la loro imperfezione, dovevano diventare donne. Quindi, per avere questo ragazzo pensavo di dover diventare una donna, anche se non lo volevo, e sono andato a dirlo a mia mamma. Lei mi ha portato da un dottore e gli ha detto che ero omosessuale”.
Ivan Cattaneo rinchiuso in un ospedale psichiatrico
La madre, di Invan Cattaneo, decisa ad aiutare il figlio, lo aveva portato all’epoca da un medico fidato. Purtroppo però, come racconta il cantante, le cose non hanno avuto un bel risvolto. Cattaneo, emozionato confessa: “Purtroppo (mia madre) si è fidata di questo dottore e così mi hanno mandato in un ospedale psichiatrico, dove mi facevano dormire in continuazione e mi sedavano e basta. A un certo punto, quindi, ho capito che dovevo difendermi dal mondo perché nessuno mi avrebbe mai aiutato e ho deciso di dire che ero guarito, che stavo benissimo e non ho più affrontato il problema”.
Dopo l’ospedale psichiatrico il seminario
Ivan Cattaneo, si sfoga con Silvia Toffanin e cede al racconto drammatico della sua vita da adolescente a giovane ragazzo. Dalle sue parole, si percepisce lo stato di malessere, che lo ha attraversato, quando è stato difficile per lui farsi accettare. Cattaneo, racconta quindi, anche il suo periodo in seminario e confessa : “In seminario sono entrato nel 1965. Mi sarebbe piaciuto diventare prete, più che altro era l’unica possibilità, non vedevo altre vie e poi i miei erano molto poveri e in seminario si poteva spendere di meno per tenere i ragazzi in collegio. Sono stato lì ma piangevo e non stavo bene: mi hanno mandato in seminario per non farmi avere nessun contatto col mondo. È stata una grande sofferenza, anche perché allora non si parlava tranquillamente di gay, di sessualità, di femminismo. Dopo il 1968 è cambiato tutto e, probabilmente, anche grazie a me. La mia diversità, che era condannata e buttata lì nella spazzatura è servita ed è diventata esempio di una strada nuova”.