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Pamela Mastropietro, difesa Oseghale chiede rito abbreviato

A pochi minuti dall’udienza preliminare per l’omicidio di Pamela Mastropietro, Simone Matraxia, avvocato di Innocent Oseghale, conferma ai microfoni di Quarto Grado la richiesta di rito abbreviato. “E’ un’opzione che abbiamo valutato quella del rito abbreviato condizionato – spiega il legale -. Oggi è una cosiddetta udienza filtro dove si effettuano eventuali richieste di riti alternativi. In questo caso l’unica cosa che può essere richiesta è un rito abbreviato, eventualmente condizionato”. Matraxia annuncia anche che, molto probabilmente il suo assistito chiederà scusa alla famiglia della 18 enne romana. “E’ probabile che Innocent Oseghale chiederà scusa alla famiglia” afferma.

Proteste in tribunale per Oseghale: “Assassino, mostro”

Assassino, mostro“. Così una quarantina di manifestanti, molti provenienti da Roma, hanno gridato contro Innocent Oseghale al suo arrivo al Tribunale di Macerata. I manifestanti hanno esposto anche degli striscioni davanti al Palazzo di Giustizia. Lo spacciatore nigeriano deve rispondere di omicidio e di vilipendio di cadavere, ma la Procura di Macerata lo accusa anche di violenza sessuale. Oseghale ha ammesso di avere fatto a pezzi il corpo della ragazza, che nella sua versione sarebbe morta dopo avere assunto eroina in casa sua, in via Spalato a Macerata, dove era arrivata dopo essersi allontanata da un comunità di Corridonia per tossicodipendenti.

All’inizio dell’udienza, a cui hanno assistito anche i genitori della vittima, lo zio di Pamela Marco Valerio Verni, legale dei familiari, ha depositato alcune perizie di parte. Secondo quest’ultime, la ragazza sarebbe stata sottoposta ad un trattamento farmacologico che l’avrebbe resa particolarmente “resistente” all’eroina. Documentazione che quindi tende a escludere l’ipotesi di un decesso per overdose. I legali di Oseghale la stanno esaminando per decidere se accettarla o fare opposizione, mentre il gup Claudio Bonifazi si è chiuso in camera di consiglio.

La mamma di Pamela Mastropietro scrive alla famiglia di Desirée Mariottini

Speravo che nessuno avesse mai più dovuto provare l’orrore che mi porto addosso dal 30 gennaio scorso e che mi accompagnerà ogni giorno della mia vita, che vita più non è. Invece è accaduto di nuovo. Desirée come la mia Pamela: due ragazzine che si affacciano alla vita con un bagaglio di fragilità troppo pesante per loro ed invece negate alla vita nel modo più brutale” esordisce la donna.

La loro breve storia terrena mi sembra sia stata stravolta e mistificata – prosegue la Verni riferendosi sia alla figlia Pamela, sia a Desirée –. L’attenzione sta rischiando di essere spostata. Da vittime innocenti di istinti bestiali e feroci a strumenti di ideologie e pensieri distorti. Troppe volte ho letto e sentito dire però Pamela era una tossica, dov’era la famiglia? No, questo non lo accetto“.

Alessandra Verni racconta poi di sua figlia: “Pamela era solo una ragazza che aveva un disperato bisogno di aiuto. Pamela era malata, le era stato diagnosticato un grave disturbo borderline e la sua patologia l’ha fatta scivolare velocemente dalla ribellione alla droga. Si era innamorata del ragazzo sbagliato – racconta -, sperava di farlo uscire dal tunnel della dipendenza e invece ne è stata travolta lei”. La donna conclude: “Pamela voleva guarire a tutti i costi: prendeva farmaci potentissimi perché contava di farcela e per questo era andata volentieri in comunità, per cercare di rinascere. Pamela voleva fare la criminologa ma il destino si è preso beffa di lei“.

 

 

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