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Ossa in Vaticano: ecco cosa cercano i due laboratori a lavoro

Sono passati alcuni giorni dal misterioso ritrovamento di ossa sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica di Via Po a Roma. Al momento, non si hanno notizie riguardo a chi possano appartenere i resti. Che siano di Emanuela Orlandi o no, i consulenti della Santa Sede stanno avendo un bel po’ da fare. Come riporta fanpage.it sono due i laboratori che, sotto la guida del medico legale Gianni Arcudi, stanno lavorando sulle ossa. Un laboratorio di genetica forense e un laboratorio di merceologia

Il primo si occupa dell’analisi morfologica delle strutture ossee, quella che consentirà di accertare il sesso e l’età del soggetto o dei soggetti e di datare i resti; il secondo, invece, è al lavoro per determinare le caratteristiche fisico-chimiche del terreno dove sono state rinvenute le ossa. Solo al termine di queste accurate analisi, sarà possibile conoscere a quali e quante persone appartengano i resti. La Nunziatura, ricordiamo, è un immobile di proprietà dello Stato Vaticano ma le indagini sono a capo della Procura di Roma, la quale ha aperto un fascicolo per omicidio.

In attesa dell’esito degli esami, la famiglia Orlandi ha intanto nominato un consulente tecnico di parte per l’identificazione dei resti. Si tratta dell’ex ufficiale del Ris Giorgio Portera. Il genetista aiuterà la famiglia della ragazza scomparsa nel 1983 a sciogliere qualsiasi dubbi in merito all’identità delle ossa. Portera è stato in passato consulente della famiglia di Yara Gambirasio e prenderà parte alle operazioni di comparazione tra il Dna della famiglia Orlandi e quello dei resti.

Emanuela Orlandi, il fratello: “I papi sanno cosa è successo a mia sorella”

In tutti questi anni, la famiglia della cittadina vaticana scomparsa, ha combattuto e combatte ancora per la verità. In particolare, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha voluto negli ultimi giorni, lanciare un appello a Papa Francesco e al Papa Emerito Benedetto XVI.

Una cosa è certa, Papa Francesco sa cosa è successo a Emanuela. Così come lo sa il Papa Emerito Benedetto XVI, così come lo sapeva Giovanni Paolo II. Il fatto stesso che Bergoglio, a inchiesta ancora aperta, mi abbia detto Emanuela sta in cielo vuol dire che sa che fine ha fatto Emanuela. Non a caso dopo che mi disse quella frase, il muro di omertà si è alzato ulteriormente. Non ho mai più ricevuto dal Papa una risposta, una spiegazione, un incontro nonostante le mie tante richieste avanzate al suo segretario. Evidentemente dopo 35 anni c’è ancora qualcosa che pesa tanto sull’immagine della Chiesa” aveva dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Ossa in Vaticano, il cardinale Parolin: “Dalla Santa Sede mai collegamenti con Emanuela Orlandi”

Da parte della Santa Sede non è stato fatto alcun collegamento con Emanuela Orlandi. A dirlo il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, a proposito della vicenda del ritrovamento delle ossa nella sede della Nunziatura. E’ quanto riporta il sito dell’Ansa. “Non so chi ha messo in relazione questa vicenda con il caso Orlandi”, ha dichiarato il cardinale – riferisce il Sir, l’agenzia dei vescovi – rispondendo ad una domanda, a margine di un convegno.

Da parte della Santa Sede – ha assicurato – non è stato fatto alcun collegamento con il caso di Emanuela Orlandi“. Interpellato sul motivo per cui la Segreteria di Stato, in occasione del ritrovamento delle ossa, abbia immediatamente avvertito la Procura di Roma, Parolin – riferisce sempre il Sir – ha spiegato: “Per ragioni semplicemente di trasparenza, perché non ci siano recriminazioni sul fatto che la Santa Sede abbia tenuto nascosto qualcosa. Le cose si fanno con la maggior apertura e la maggior trasparenza. Sono stati trovati dei resti, si è voluto sapere esattamente cosa si stesse facendo, di chi fossero, e quindi è stato chiesto aiuto all’Italia”.

 

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