E’ passato più di un mese da quando non si hanno più notizie di Giusy Pepi, la madre di cinque figli scomparsa da Vittoria (RG) lo scorso 15 ottobre. Il marito Davide Avola ha fatto molteplici appelli in televisione. L’uomo ha raccontato retroscena cupi e dolorosi sul passato della donna, dicendosi convinto che quello di Giusy sia un allontanamento volontario. Probabilmente legato alle cattive frequentazioni che 20 anni fa stavano per portarla sulla cattiva strada. Dopo gli appelli mediatici, Avola ha sporto denuncia alla polizia e così tutte le Prefetture, Questure e Comandi militari hanno ricevuto l’input ad avviare le ricerche. Al momento gli agenti indagano per allontanamento volontario, ma non si escludono altre piste.
Negli ultimi giorni, alcuni testimoni hanno incolpato il marito di Giusy, accusandolo di picchiare la moglie e tenerla prigioniera in casa. Sarebbe emerso, poi, un altro dettaglio terribile. Nel corso di una recente puntata de La Vita in Diretta sono state riportante delle dichiarazioni piuttosto scioccanti. Pare, infatti, che in paese stiano iniziando a circolare con sempre maggiore insistenza voci di maltrattamenti ai danni della donna. Secondo le stesse fonti su di lei si sarebbero accaniti gli stessi figli maggiori, forse indotti dal padre a picchiare la mamma. Proprio per questo, le forze dell’ordine hanno lanciato un appello a Giusy. Se il suo è un allontanamento volontario, dovuto alle violenze subite in famiglia, gli inquirenti chiedono che la donna faccia avere sue notizie, garantendole che le sarà dato il giusto aiuto e non verrà lasciata sola a gestire tale situazione di sofferenza.
Le dichiarazioni dei testimoni
Sembrerebbe, dunque, un quadro familiare drammatico quello descritto. Del resto, in varie trasmissioni televisive, le amiche della mamma siciliana avevano già raccontato i maltrattamenti subiti dalla donna. “Non è vero che Davide era un bravo papà, è una bugia. Giusy era terrorizzata dai suoi maltrattamenti e lo sapevano tutti gli abitanti della zona. Lei era piena di lividi, voleva andare dalla polizia ma aveva paura di lui. Che lui la picchiava di nuovo. Non era neanche autorizzata ad uscire di casa,lui è un marito padrone”. “Secondo me lei è andata via e non si vuole far ritrovare per paura che lui la trova. Lei è terrorizzata, lei lo descriveva come un mostro. Se lei non si fa sentire è solo per questo motivo: perchè ha paura” queste erano state alcune delle dichiarazioni.
Avola, dal canto suo, sostiene di non averla mai maltrattata. Continua a difendersi affermando che voleva solo proteggere la moglie da brutte situazioni del passato; Giusy aveva un carattere debole e lui aveva paura che qualcuno potesse approfittarsene. A Vittoria c’è anche chi è dalla sua parte, confermando che sia, in realtà, un papà modello. “Lei non faceva nulla. Lavava i panni e li stendeva, niente di più” dichiara un’amica della coppia.
Il mistero della telefonata
C’è poi un altro aspetto misterioso sulla vicenda. Si tratta di una telefonata di Giusy arrivata da Palermo quattro giorni dopo la scomparsa. Perché la donna, madre di cinque figli, di cui quattro ancora minorenni, non sente il bisogno di comunicare con qualcuno di sua fiducia, ammesso che non voglia più stare con il marito, per accertarsi delle condizioni dei figli? Un interrogativo inquietante che si presta a ogni interpretazione. “Chi è che appoggia Giusy?- si chiede la cognata Maria – a noi importa che stia bene da qualche parte, comunque libera di farsi la vita che vuole”.